Scuola intitolata a Sergio Ramelli, divampa la polemica
Accade a Nardò. Il Comune a guida Lega: ha valore educativo. Sdegno della Cgil

NARDO’ Intitolare una scuola a Sergio Ramelli è un’occasione di “riflessione sui principi costituzionali di libertà di pensiero, pluralismo democratico e convivenza civile” e su “una vittima di violenza politica” della storia italiana, sostiene il Comune di Nardò. “No, è l’onta di una toponomastica che presta il fianco al revisionismo storico”, accusa la Cgil di Lecce. Sono alcuni dei pareri opposti sulla delibera di giunta che a Nardò, comune di circa 30mila abitanti a 25 chilometri da Lecce, intende intitolare la nuova sede di una scuola superiore alla memoria di Sergio Ramelli, il militante di Fronte della Gioventù ucciso a Milano nel 1975 a soli 18 anni, da un commando di Avanguardia operaia. Le polemiche sono messe nero su bianco e affidate ai social, oppure a comunicati gonfi di “sdegno”. Come ha fatto la Cgil salentina che non ha gradito il provvedimento dell’esecutivo comunale perché “umilia la città medaglia d’oro al valore civile per aver accolto i reduci dei campi di sterminio nazifascisti”. Di parere opposto il sindaco della città neretina e commissario della Lega per la provincia di Lecce, Pippi Mellone, che già qualche mese fa, era stato sommerso da critiche dopo aver auspicato la chiusura della sezione di Lecce dell’Anpi, l’associazione nazionale dei partigiani. Il primo cittadino, che dice di trovarsi lontano dalla Puglia, non ha intenzione di replicare e affida il suo pensiero a quanto riportato nel provvedimento di giunta. In cui si legge che l’intitolazione si “inserisce nel solco delle finalità civiche ed educative che l’Amministrazione comunale è chiamata a perseguire nell’esercizio delle proprie funzioni di indirizzo”. “Sergio Ramelli espresse le proprie idee attraverso la redazione di un elaborato scolastico”, ricostruisce la delibera, che diventò di fatto il movente del suo assassinio. Così, “la memoria di tali eventi costituisce patrimonio della Repubblica e richiama il valore primario della vita umana, il rifiuto della violenza come strumento di confronto politico e il rispetto della dignità della persona”, si legge. Per il sindacato, invece, “resta un mistero come possa rispondere ai valori costituzionali l’idea di intitolare una scuola a un giovane neofascista, giacché la nostra Costituzione è intrinsecamente antifascista”. La Cgil lancia “un appello ai componenti degli organi collegiali della scuola e dell’Ufficio scolastico provinciale” affinché non soltanto “rivendichino l’autonomia dell’istituzione che rappresentano, valorizzino il ruolo della scuola intesa come agenzia educativa che trasmette i valori fondanti della Repubblica” ma anche che “non si facciano condizionare dalle simpatie del ministro dell’Istruzione e dalle scomposte forzature istituzionali di un sindaco”. Sulla polemica si inserisce anche il deputato FdI Riccardo De Corato, per il quale è “aberrante che la CGIL di Lecce abbia espresso profondo sdegno per l’intitolazione di una scuola a Sergio Ramelli, un atteggiamento indegno, che contribuisce ad alimentare un clima d’odio che dovrebbe essere definitivamente superato”. Il parlamentare ricorda che a Milano, presso l’Istituto Molinari, quest’anno il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e il sottosegretario Paola Frassinetti hanno scoperto una targa in memoria di Sergio Ramelli, in occasione del 50mo anniversario dell’uccisione. (Ansa)
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