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In lacrime (di gioia) davanti ai partigiani

Ieri ho vissuto un momento di grande commozione, con i lacrimoni al seguito come se fossi tornato bambino appena severamente sgridato dalla mamma, a vedere in televisione la cerimonia, alla Camera,…

Pubblicato il: 17/04/2015 – 9:30
In lacrime (di gioia) davanti ai partigiani

Ieri ho vissuto un momento di grande commozione, con i lacrimoni al seguito come se fossi tornato bambino appena severamente sgridato dalla mamma, a vedere in televisione la cerimonia, alla Camera, del 70esimo anniversario della Liberazione. Una testimonianza di storia, di onestà e di democrazia vissuta così come non mai. Tutte le maggiori autorità, con il presidente Mattarella in testa, a genuflettersi correttamente davanti ai bisnonni, cui anche i nonni come me devono il loro presente libero e democratico.
Sentire quegli eroi di ieri parlare con semplicità del loro coraggio e della loro fondamentale presenza a difesa del Paese e della Nazione mi ha fatto sentire quasi fuori posto, nel comprendere di aver fatto poco o quasi nulla al loro cospetto. Lo rifarei – è quello che hanno detto in tanti – senza perplessità alcuna anche con l’incertezza di non essere un superstite, così come sono stato.
Frasi del genere determinano la fierezza italica, quella che ha sottolineato la bravissima presidente Laura Boldini attribuendo loro la proprietà del Parlamento, la più importante istituzione democratica del Paese. Ne è seguito l’inno di Mameli, cantato ad alta voce (si fa per dire) anche da Sergio Mattarella ben mimetizzato tra i bisnonni dagli occhi lucenti e dal cuore di leone.
La sorpresa, quella che ha fatto esplodere le lacrime dagli occhi di un sessantaquattrenne come me, è arrivata dall’iniziativa del loggione. Da lì è venuta addosso al Paese una grande lezione di rispetto delle cose che contano. L’hanno impartita i giovani declinando ad alta voce una stupenda “Bella ciao!” che ha coinvolto tutti, me compreso, nel cantarla ovunque. Bravi! Bravi! Bravi! Grazie di essere tornati a essere la speranza delle generazioni passate e presenti.
Grazie, ancora una volta ai Partigiani di avere restituito ai nostri giovani il protagonismo patriottico, fatto di ricerca della giustizia sociale e di libera esigibilità dei diritti. Grazie, infine, dai cittadini vintage che avevano dimenticato di come si piangesse per celebrare i morti nazionali e per manifestare stima e riconoscenza a chi ha fatto la nostra e l’altrui storia
D’altronde, i nonni sono sempre i nonni! Immaginiamo i bisnonni. Quei bisnonni e quei nonni che hanno svolto e continuano a svolgere tutti i ruoli, persino quello di corrispondere le paghette ai nipoti con le loro pensioni. Con questo hanno assunto una importante funzione datoriale. Insomma, specie nel Sud, sono divenuti così più importanti della Fiat di Termini Imerese piuttosto che di Melfi in termini di sostegno familiare, spesso con figli ultramaggiorenni a carico.

 

*docente Unical

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