di Giorgio Curcio
LAMEZIA TERME Un Consiglio comunale di mezza estate. Un po’ come il “sogno” shakespeariano ma che a Lamezia, invece, ha assunto i contorni di un incubo, a tratti di una drammatica realtà. Anche perché in ballo il prossimo 23 luglio c’è davvero tanto e lo si capisce già dai tanti punti all’ordine del giorno, ben 61, ma non solo. I temi che dovranno essere discussi sono di fondamentale importanza per le sorti del Comune lametino e per la maggioranza targata Mascaro, chiamata a dare una svolta sollecitata non solo dalla minoranza ma anche dai cittadini. E il primo nodo da sciogliere è il bilancio.
RENDICONTO BOCCIATO È di soli pochi giorni fa, ad esempio, la bocciatura da parte dei revisori del rendiconto 2019. Una vera e propria stroncatura che ha però messo in evidenza tutto il nervosismo accumulato in queste settimane tra gli uffici comunali. A testimoniarlo è la dura replica dell’assessore comunale Zaffina attraverso la stampa: «Vengano e ci spieghino quali sono i motivi della bocciatura – ha detto – e ci diano motivazione delle incongruenze evidenti presenti nella loro relazione. I loro rilievi su cosa si basano?». Un’aspra replica che dovrà però trovare riscontro il prossimo 23 luglio con l’approvazione del rendiconto 2019 che dovrà passare dal riconoscimento dei debiti fuori bilancio.
INCOMPATIBILITÀ E SUPERFICIALITÀ Bilanci e rendiconto, ma non solo. A destabilizzare gli animi tra gli uffici di via Perugini è lo scontro durissimo legato alla presunta incompatibilità di alcuni consiglieri comunali e che prosegue ormai dallo scorso 25 maggio. Il tutto è nato, come abbiamo già scritto, dalla richiesta di accesso agli atti presentata dal candidato Vincenzo Ruberto e che ha portato ad un controllo “a tappeto” di tutte le eventuali posizioni debitorie dei consiglieri. Controlli che hanno evidenziato la posizione “a rischio” del consigliere di minoranza nonché sfidante del sindaco Mascaro all’ultimo ballottaggio Ruggero Pegna. A scriverlo nero su bianco, la relazione firmata e presentata dal segretario generale Pupo e pubblicata in anteprima dal Corriere della Calabria. Ne è nato un accesissimo scontro tra lo stesso promoter e Ruberto che non si concluderà certo il prossimo 23 luglio e che ha messo in evidenza una certa “impreparazione” da parte del Comune e dei suoi rappresentanti. A cominciare dal sostanziale disinteresse del sindaco Mascaro e dello stesso Zaffina che prima ha minimizzato, poi ha completamente ignorato la vicenda, lasciando che lo scontro arrivasse a livelli di tensione altissimi. Senza tralasciare un altro aspetto: perché non è stato ancora chiesto il parere dell’ufficio legale dell’Ente lametino? Domande che, probabilmente, troveranno risposta il prossimo 23 luglio.
LA LETTERA DI RUBERTO A pochi giorni dal tanto atteso Consiglio, dunque, l’aria è davvero rovente con il botta e risposta tra Ruberto e Pegna che ancora non si placa. Lo stesso Ruberto ha inviato in queste ore una lettera formale ai consiglieri comunali e al sindaco Mascaro: «Nel Consiglio comunale del 23/7/2020 – scrive Ruberto – vi troverete ad affrontare una tematica che riguarda il consigliere Ruggero Pegna, il quale ha – indubitabilmente – una serie di debiti nei confronti del comune del quale vuole (pervicacemente) essere amministratore. La domanda alla quale vi chiedo di rispondere è se, in presenza di debiti verso l’ente, un soggetto (un qualsiasi soggetto) può rimanere nella carica di Consigliere Comunale o, meglio, se può essere convalidato come tale. È questa la domanda alla quale dovrete rispondere in tutta coscienza: in presenza di debiti, un soggetto può essere proclamato consigliere comunale?». «Oggi, Pegna, sembra abbia pagato il proprio debito: ma oggi, però, non a dicembre 2019. Oggi – e (solo) dopo che ho inviato ben 6 istanze di accesso agli atti – ha pagato. Vi sembra possibile una cosa simile in uno Stato di Diritto? E se io non avessi sollevato la questione? State certi che il Pegna non avrebbe mai pagato. Ma ha pagato, però, solo una parte dei propri debiti verso il comune di Lamezia Terme e verso tutti i cittadini, visto che gli accertamenti effettuati dagli Uffici comunali (il dipendente Gennaro Trombetta e la dirigente Nadia Aiello) attestano che Pegna ha una rateizzazione in corso presso l’Agenzia delle Entrate Riscossione e una serie di debiti derivanti dalla sua condizione di erede del padre. Tutto ciò, ripeto, non lo dico io, ma lo dicono gli Uffici del comune: oggi, quindi, siete di fronte – da un lato – ad atti formali ed ufficiali che attestano la sua condizione di debitore verso la collettività e, dall’altro, a semplici elucubrazioni del consigliere Pegna che affermano il contrario. Vero è, quindi, che Pegna era debitore verso i cittadini di Lamezia Terme a dicembre e vero che il predetto è debitore oggi, ancora oggi, proprio nel momento in cui voi siete chiamati a votare sulla sua (inammissibile) compatibilità con la carica di Consigliere comunale quando, invece, l’argomento dovrebbe essere la declaratoria della sua decadenza».
LA REPLICA DI PEGNA «Il signor Scaramuzzino – scrive Ruggero Pegna – afferma che l’aver pagato con riserva, (ripeto “con riserva”), i circa tremila euro di presunto debito verso il Comune, ne attesti la fondatezza dello stesso. Non fa neppure tanto caldo per dare qualche attenuante a questo svarione giuridico. Semmai, è esattamente l’inverso. Pagare con riserva, nello specifico significa risolvere senza se e senza ma il problema sulla compatibilità, agendo sin da subito per la dimostrazione dell’inesistenza del debito e il recupero della somma. A parti invertite, se avesse dato questo parere al suo assistito, lo avrebbe fatto dichiarare incompatibile al primo consiglio comunale! Se non gli fosse chiaro, come ho già detto, ripeto di aver pagato per rispetto verso l’intera amministrazione e i miei concittadini elettori, certo dell’infondatezza di quest’assurda vicenda, come ampiamente documentato dal mio avvocato Tiziano Lio».
CAOS DIPENDENTI Tutto qui? Neanche per idea. Ad alzare ulteriormente la tensione ci hanno pensato, questa mattina, i sindacati che rappresentano i dipendenti del Comune ovvero Cisl Fp, Uil Fpl, Diccap e Rsu, rappresentati da Giuseppe Chirumbolo, Bruno Ruberto, Ugo Michele Caruso e Mario Mazzei. A scatenare la mobilitazione la nota vicenda legata al mancato pagamento di somme arretrate che si aggirano attorno ai due milioni di euro. Una vicenda che risale addirittura al 2015, con il Comune che di fatto non ha rispettato le sentenze in merito al comportamento “antisindacale”. E poi l’esasperazione dei dipendenti in numero “ridotto” ormai da tempo. Insomma, un’estate più rovente del previsto per l’Amministrazione Mascaro, chiamata a fronteggiare una situazione di vera e propria emergenza con il rischio di un “collasso” di un sistema già traballante da diversi mesi. (redazione@corrierecal.it)
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