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Consumismo, profitto e indifferenza. Il monito di Curcio sull’inquinamento: «Agire a giugno non serve»

Da Pizzo l’allarme del procuratore lametino sul mare sporco e i depuratori: «A Lamezia creato un settore specifico in Procura»

Pubblicato il: 16/12/2021 – 20:35
di Giorgio Curcio
Consumismo, profitto e indifferenza. Il monito di Curcio sull’inquinamento: «Agire a giugno non serve»

PIZZO «La Procura di Lamezia ha creato uno specifico settore, con un magistrato assegnato a tempo pieno. Da subito ci siamo resi conto della necessità oggettiva di adottare modelli organizzativi differenti rispetto al passato. Perché è chiaro, la denuncia e la verifica a giugno, luglio, settembre non serve a nulla».
Il procuratore di Lamezia Terme, Salvatore Curcio, non usa mezzi termini e, nel corso dell’incontro organizzato oggi all’Istituto Nautico di Pizzo, ha subito messo a nudo i punti cruciali di un’emergenza, quella della depurazione e del mare calabrese puntualmente sporco ad ogni stagione estiva.

La “task force” per il mare pulito

Salvatore Curcio, insieme al collega omologo di Vibo, Camillo Falvo, è stato il promotore della mega “task force” che si è assegnata il compito (gravoso) di trovare soluzioni reali e concrete per combattere davvero il degrado ambientale, delle spiagge e dei mari calabresi. Un fatto nuovo, parlarne a dicembre, così come l’intervento di due Procure. Perché, come ha ricordato lo stesso Curcio, l’intervento della Procura «è sempre di natura repressiva, non sarà mai risolutiva. Bisogna concentrarci sulla prevenzione».

«Gruppo di lavoro omogeneo nonostante le poche risorse»

Altra nota dolente, le risorse, economiche e in termini di personale, a disposizione: «Nonostante le esigue risorse della procura di Lamezia – ha ricordato il procuratore – siamo riusciti a creare una certa sinergia, grazie non solo alla procura di Vibo, ma anche con le forze dell’ordine e gli organismi di polizia giudiziaria specializzata. Con una piccola aliquota – composta da due unità reperite grazie alla capitaneria di porto di Vibo e la GdF e grazie al NOE dei Carabinieri – siamo riusciti a creare un gruppo di lavoro omogeneo che dal 2017 sta monitorando il mare già a cominciare da gennaio, riuscendo ad incardinare tanti sequestri e procedimenti».

«Ambiente vittima del consumismo sfrenato»

Dal procuratore lametino, poi, l’affondo: «L’ambiente è stato vittima della mentalità moderna del consumismo sfrenato, dell’attività di impresa legata al profitto ad ogni costo. La Procura di Lamezia, non è un caso, è fortemente impegnata contro lo sfruttamento del lavoro e non solo il caporalato che conosciamo tutti ma la seconda ipotesi, lo sfruttamento della manodopera a cui non vengono riconosciuti i diritti fondamentali che gli spettano. È non un caso che nel 2021 c’è chi pensa di fare impresa sfruttando la manodopera, tagliando i costi del normale riciclo degli scarti di produzione e a Lamezia abbiamo avuto esempi evidenti».

«L’indifferenza non aiuta»

In tutta questa problematica le associazioni di categoria sono state totalmente assenti, e questo è un male perché, ha spiegato il procuratore – «l’indifferenza non aiuta nessuno e non aiuta a superare questo genere di problematiche. E parlo degli imprenditori e le organizzazioni sindacali, e non parlo di cose nuove. Questi reati gli ho riscontrati nelle indagini di mafia già nel 1994 quando un imprenditore era in combutta con un mafioso».
Dal procuratore Curcio anche una sorta di “autocritica” e più in generale rivolta all’attività investigativa: «L’ambiente è vittima di una certa concezione delle procure e della polizia giudiziaria sbagliata. Fino a 10, 15 o 20 anni fa, quale era la Procura che incardinava indagini ambientali? L’indagine ambientale non dà ritorni di immagine anche tangibili».

«Se non iniziamo questi problemi si ripeteranno all’infinito»

«La procura di Lamezia – ha ricordato poi – in quattro anni ha imbastito attività importanti come “Quarta copia”, insieme alla Dda di Catanzaro. Abbiamo assistito, ancora oggi, a grossi insediamenti industriali a Lamezia che hanno operato in maniera indisturbata senza l’autorizzazione integrata ambientale, strumento che serve a mettere a riparo l’ambiente. Abbiamo sequestrato un grosso impianto industriale privo dell’Aia. L’impegno della magistratura, che opera quando il danno si è già verificato, serve potenziare l’attività di prevenzione e di controllo, verificare azienda dopo azienda com’è la situazione».
«Mi rendo conto che servono enormi risorse ma se non iniziamo e non cambiamo la situazione, questi problemi si ripeteranno all’infinito». (redazione@corrierecal.it)

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