CATANZARO Un piccolo ma significativo “tagliando” per Roberto Occhiuto. Le elezioni amministrative in programma (anche) in Calabria il prossimo 12 giugno, al netto della particolare dinamica che accompagna sempre le Comunali, per certi versi saranno un primo banco di prova del gradimento dell’azione del governatore: promosso nei giorni scorsi dal sondaggio Swg, Occhiuto verosimilmente potrà probabilmente trarre, da questa tornata elettorale, soprattutto da quella che interessa la città capoluogo, Catanzaro, interessanti spunti di riflessione, a distanza di otto mesi dal trionfo delle Regionali. In realtà, già dopo il successone di ottobre si è avuto un test elettorale, il ballottaggio di Cosenza, la città del governatore, che ha premiato il centrosinistra, ma si è trattato chiaramente di un test poco indicativo, visto che Occhiuto era stato eletto da sole due settimane e la sua azione di governo ovviamente non era di fatto nemmeno partita. Ma ora il quadro è un po’ sostanzioso, anche perché l’azione della Giunta regionale e del centrodestra che governa alla Cittadella e comanda a Palazzo Campanella hanno già profondamente marcato la legislatura, con alcune riforme di peso, attribuibili peraltro soprattutto all’input e al decisionismo, spesso ai limiti dell’individualismo, di Occhiuto, che non sempre fa toccare palla alla sua coalizione.
Il voto del 12 giugno sarà sotto questo aspetto un primo, parziale e sommario ma comunque indicativo, giudizio, anche alla luce di un primo dato, certificato soprattutto dalle trattative per le Comunali di Catanzaro (ma anche in altri centri importanti le cose non sono andate così lisce): il centrodestra granitico e unitario di ottobre oggi è meno granitico e meno unitario. Catanzaro rende plastica questa dinamica, che risponde anche a logiche nazionali, con la coalizione che guida la Regione spaccata in tre tronconi, non solo diversi ma per certi aspetti anche contrapposti: da una parte Forza Italia, il partito del governatore, Lega, il partito del presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, e Udc alleati con un candidato sindaco ex Pd, Valerio Donato, al quale non portano in dote nemmeno i simboli ufficiali, dall’altra parte un altro spezzone di centrodestra, rappresentato da ex forzisti in cerca di rivalsa come Mimmo Tallini e Claudio Parente, con il candidato sindaco Antonello Talerico, e infine da un’altra parte ancora, in corsa solitaria ma identitaria, Fratelli d’Italia che candida sindaco la propria leader Wanda Ferro, in campo anche per rispettare la linea nazionale anti-inciuci di Giorgia Meloni.
È abbastanza evidente che la frammentazione del campo del centrodestra a Catanzaro, frammentazione arrivata tra l’altro al prezzo di lacerazioni profonde se non di vere e proprie faide, con la conseguente “ansia da prestazione” e voglia di mostrare i muscoli che sembra abbia afferrato tanti big rappresenta una profonda distonia rispetto al quadro regionale maturato a ottobre, e infatti non mancano analisti politici pronti a sostenere che l’esito delle Comunali nel capoluogo calabro avrà in qualche modo ripercussioni su scala regionale e sugli equilibri della coalizione, che rischiano di finire sotto stress. Né manca chi percepisce qualche fibrillazione all’interno della stessa Fratelli d’Italia, appunto per il timore di una ricaduta regionale del voto catanzarese, e chi percepisce segnali di nervosismo di esponenti di Forza Italia e della Lega, che non avrebbero gradito la scelta autonomista dei meloniani (c’è il rischio di perdere tutti insieme – e poco appassionatamente – a Catanzaro). Ed è significativo che a Catanzaro di simboli di partito del centrodestra ce ne sono solo due: Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia. Ma forse questo potrebbe essere un appiglio buono, per il centrodestra, per non caricare di significati politici spinti le Comunali di Catanzaro.
Comunque, per capire cosa succederà, anche dalle parti di Germaneto di Catanzaro (sede della Giunta regionale) e di via Cardinale Portanova a Reggio (sede del Consiglio), si dovrà attendere almeno un mese, se non un mese e mezzo. Ma le Amministrative in Calabria in realtà misureranno anche lo stato di salute del centrosinistra, che sotto questo aspetto, a Catanzaro soprattutto, presenta una veste diversa rispetto a ottobre, e ribaltata rispetto al centrodestra: alle Regionali erano ben tre i candidati presidenti di area, a Catanzaro il candidato è unitario, Nicola Fiorita, alfiere del campo largo tanto caro al segretario del Pd Enrico Letta e “federatore” del Pd, dei 5 Stelle e anche del polo di di Magistris. Divisi dappertutto, uniti a Catanzaro. E allora anche per democrat e dintorni le Amministrative sono un banco di prova, ma di un nuovo possibile futuro più che della tenuta del presente. (redazione@corrierecal,it)
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