CATANZARO Jole Santelli era “una leonessa”, che è riuscita a lasciare una «traccia indelebile perché ha comunicato un’altra idea di Calabria». Così il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha ricordato la governatrice scomparsa a ottobre del 2020 nella conferenza stampa di presentazione del premio dedicato alla stessa Santelli, premio che si terrà sabato prossimo a Vibo Valentia, nell’auditorium della Scuola di polizia. Molta commozione nella Sala Verde della Cittadella per l’illustrazione di questa iniziativa che vuole celebrare la prima presidente donna della Regione Calabria: annunciate, non hanno presenziato le due sorelle della Santelli, Paola e Roberta, legatissime a Jole, perché – hanno spiegato in un messaggio inviato ai promotori del premio e a Occhiuto – «essere qui sarebbe stato emotivamente doloroso».
«Siamo molto contente che la conferenza stampa di presentazione del premio si svolga alla Cittadella regionale, perché questo luogo è stato molto importante per nostra sorella», hanno scritto Paola e Roberta, ricordando che Jole «ha sempre lavorato qui per una Calabria dinamica, diversa da quella che spesso arriva all’immaginario collettivo, è stato fin dall’inizio per lei un luogo di grande orgoglio. Ci spiace non essere qui e ci scusiamo tanto per questo, ma sarebbe stato emotivamente doloroso: questo è ancora per noi luogo del ricordo».
Da Paola e Roberta Santelli poi «un ringraziamento particolare al presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, parte attiva sia del premio di sabato prossimo sia della conferenza stampa, grazie per il suo sostegno e il suo appoggio a questa iniziativa. Rinnoviamo l’appuntamento al 16 luglio per la memoria di una donna che credeva molto nella potenzialità della regione della cultura di questa terra».
A sua volta il governatore Occhiuto ha ringraziato Paola e Roberta Santelli «per il lavoro straordinario per rinverdire la memoria di Jole, hanno ragione quando dicono che Jole con coraggio e determinazione ha comunicato un’altra idea di Calabria, per questo Jole è in maniera indelebile nella storia della nostra regione. È stata il primo presidente donna, ma anche il primo presidente a raccontare un’altra Calabria rispetto a quella che era percepita dalla comunità nazionale».
«Lo ha fatto con determinazione, con coraggio, con forza, a volte anche con irruenza, perché – ha aggiunto Occhiuto – Jole era una leonessa. Con queste caratteristiche ha raccontato un’altra Calabria, perché prima si era abituati a presidenti che rivendicavano dal governo nazionale il bisogno di una Calabria che fosse assistita, invece Jole in quei pochi mesi di governo ha comunicato al Paese di una Calabria che voleva non assistenzialismo ma voleva lavoro, voleva lavorare, dimostrando che la Calabria aveva il suo orgoglio e la sua determinazione e ha costituto anche un esempio per quelli che saranno chiamati, come me, a governare la Regione dopo di lei».
«Il primo impegno che un presidente di Regione deve avere, dopo Jole, infatti – ha sostenuto ancora Occhiuto – è quello di continuare in questo suo racconto della Calabria, dimostrare che la Calabria può avere una classe dirigente che non ha complessi di inferiorità, capace di confrontarsi con determinazione anche con il governo nazionale. Questa è la lezione che Jole ha impartito a quelli che governeranno la regione dopo di lei. Penso che non ci poteva essere scelta migliore quando si è deciso di intitolare la Cittadella a Jole».
Secondo Occhiuto, inoltre, «a volte c’è un disegno misterioso che pone ciascuno di noi nella condizione di fare qualcosa perché la storia lo richiede in quel momento e non perché l’abbiamo cercato: negli anni passati Jole non aveva mai cercato di fare il presidente della Regione, eppure quando divenne presidente della Regione, si capì che in quel momento non poteva esserci presidente migliore per raccontare quella Calabria. E credo che la sua esperienza di pochi mesi sia sta anche l’occasione che la vita ha voluto dare a Jole prima della tragedia per raccontare la Calabria al Paese ma anche per raccontare la vera Jole ai calabresi e dimostrare a tutti quanto fosse straordinaria questa donna». «La tragedia – ha concluso il presidente della Regione – ha lasciato in tutti noi un dolore profondo ma questa esperienza che ha vissuto è stata straordinaria per la Calabria».
Il Premio “Jole Santelli”, nato per celebrare la prima donna presidente della Regione Calabria, è stato istituito a cura del movimento culturale la “Calabria delle donne” e dell’associazione “Elice”. Quest’anno, la prima edizione 2022 è dedicata alle “Donne di Carta”, scrittrici, che – si legge nella presentazione – «con maestria e conoscenza, hanno scritto sul mondo antico».
All’incontro con la stampa oltre a Occhiuto sono intervenuti la direttrice del premio, l’archeologa Mariangela Preta, la giornalista, presentatrice del Premio, Francesca Russo, e la giornalista Rai Giancarla Rondinelli, cara amica della Santelli. Sabato a Vibo Valentia la cerimonia. «Il movimento culturale ‘La Calabria delle Donne’ – ha spiegato la Preta – ha disegnato un percorso turistico letterario su tutta la Calabria, riscoprendo 42 figure di scrittrici calabresi, partendo dalla greca Nosside fino a Fida Stinchi, la madre di Aldo Moro, e la conclusione di questo percorso ha voluto l’istituzione del premio intitolato alla prima presidente donna e che premierà scrittrici che hanno mesos al centro dei loro studi e dei loro studi la Magna Graecia e il mondo antico. La Santelli è stata la donna che ha dato una svolta alla narrazione della Calabria, parlando di bellezza, e questo è stato uno dei motivi che ci hanno ispirato. Tra le premiate avremo, giusto per fare un nome per tutti, Cristina dell’Acqua, che al centro dei suoi scritti ha messo proprio il mondo antico». (c. a.)
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