CATANZARO La “nuova” Giunta può attendere. Per il presidente della Regione Roberto Occhiuto le priorità post elettorali sono ben altre, e guardano fondamentalmente a quello che accade e accadrà a Roma. Parlando con i giornalisti a margine della presentazione del Cis sugli aeroporti calabresi, Occhiuto di fatto ha dettato il cronoprogramma che campeggia sulla sua agenda autunnale, lasciando capire («sono altri i problemi della Calabria», ha detto) che il capitolo Giunta sarà aperto solo in una seconda battuta e che comunque la squadra di governo non subirà ritocchi se non nominativi, con la mera sostituzione di due nuovi assessori al posto degli eletti al Parlamento Tilde Minasi e Fausto Orsomarso. Di rimpasto – a quanto risulta – manco a parlare, primo perché politicamente – a differenza da alcune frange della sua maggioranza – non ne avverte la necessità (al limite se ne parlerà al giro di boa della legislatura), secondo perché per Occhiuto la vera urgenza adesso è capire come si evolverà il risiko delle trattative per la formazione del governo nazionale di centrodestra a guida Giorgia Meloni.
Una partita che lo riguarda direttamente e che – secondo i bene informati – Occhiuto in realtà starebbe già giocando (e giocherà) in prima persona, forte delle sue robuste relazioni (e potendo spendere la carta, “pesante”, dell’ottimo risultato di Forza Italia in Calabria). Il messaggio il governatore l’ha lanciato esplicitamente ieri, auspicando un ministro calabrese e comunque un riconoscimento governativo per il partito azzurro regionale (sotto questo aspetto quotazioni molto alte sui tavoli nazionali continuano ad averle Giuseppe Mangialavori e Francesco Cannizzaro). Ma Occhiuto ha alzato le antenne verso Roma anche per vedere chi guiderà i ministeri che ritiene strategici per affrontare le emergenze della Calabria. Lo ha chiarito sempre ieri, il governatore, a margine e poi nel corso della conferenza stampa sugli aeroporti, preannunciando l’immediato pressing una volta che i relativi ministri si saranno insediati: sanità e infrastrutture. Su questi due segmenti Occhiuto – si dice da fonti della Cittadella – è mobilitato H24 e si è ripromesso di intavolare serrati negoziati fin da subito.
Anzitutto sulla sanità, che per Occhiuto è una priorità massima perché la tempistica è davvero stretta. Il 10 novembre scade il Decreto Calabria e questo potrebbe comportare effetti piuttosto seri: anzitutto, la decadenza degli attuali commissari delle aziende sanitarie, nominati da Occhiuto lo scorso maggio. Leggendo tra le righe delle dichiarazioni pronunciate ieri, secondo i più attenti analisti Occhiuto, più che alla fine del commissariamento (che peraltro all’atto pratico sposterebbe poco, essendo egli stesso il commissario) punterebbe a una proroga del Decreto Calabria in un senso rafforzativo delle prerogative che già il testo normativo assegna al commissario, tra cui quella quelle di poter finalmente procedere a un reale potenziamento del personale sanitario. È evidente che Occhiuto auspichi la nomina di un ministro della Salute con cui poter dialogare davvero alla pari: nei giorni scorsi la stampa nazionale ha indicato come papabile titolare del dicastero della Salute la leader di Forza Italia Licia Ronzulli, e questa soluzione sarebbe davvero manna dal cielo per Occhiuto, ma al momento la partita è apertissima. Com’è apertissima la partita per gli altri ministeri che alla Calabria interessano e parecchio, a partire da quello delle Infrastrutture. Con il governo Draghi Occhiuto ha strappato qualcosa ma ancora tanto è rimasto appeso e sospeso: prevedibilmente, appena nominato il neo ministro, il presidente tornerà subito alla carica su alcuni dossier su cui sta insistendo da mesi. Anzitutto, la Statale 106: per Occhiuto i 3 miliardi previsti nell’allegato Def Infrastrutture sono importanti ma non sono la soluzione (la sua richiesta è una legge di finanziamento pluriennale). Poi, l’alta velocità, finora concretizzatasi (in termini progettuali) solo nel tratto campano. E infine, il rigassificatore a Gioia Tauro, che Occhiuto ha già ripreso a sponsorizzare dopo essersi scontrato con la tiepidezza del governo Draghi. C’è poi il Ponte sullo Stretto, anche per Occhiuto strategico anche se non prioritario. Sono tutti dossier che il presidente della Regione calerà quanto prima sul tavolo di Palazzo Chigi, sul tavolo di un governo che a differenza del precedente stavolta si presenta quantomeno molto “amico”. (a. c.)
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