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Strappo di Fi nel centrodestra, “caccia” ai traditori nell’opposizione

La Russa guiderà il Senato ma gli azzurri non votano. La Lega cambia “cavallo” per la Camera e punta su Fontana

Pubblicato il: 13/10/2022 – 20:30
Strappo di Fi nel centrodestra, “caccia” ai traditori nell’opposizione

ROMA Ignazio La Russa, tra i fondatori di Fratelli d’Italia, viene eletto presidente del Senato al primo scrutinio, incassando 116 voti. Ma, alla prima prova dei numeri in aula, la maggioranza di centrodestra si spacca e si consuma lo strappo di Forza Italia: dei 18 senatori azzurri, infatti, solo Silvio Berlusconi e la presidente uscente, Elisabetta Casellati, ritirano la scheda. Dunque, pallottoliere alla mano, in ‘soccorso’ arrivano 17 voti esterni. E parte la caccia ai ‘traditori’ tra le fila delle opposizioni, con tanto di ricorso alla ‘Var’ (le immagini dell’aula trasmesse dai canali del Senato) e relativo conteggio dei secondi che i diversi senatori impiegano per votare: pochi per consegnare la scheda bianca, ma aumentano se devi fermarti a scrivere un nome. Il Pd punta il dito contro Renzi e Calenda. “Irresponsabile oltre ogni limite il comportamento di quei senatori che hanno scelto di aiutare dall’esterno una maggioranza già divisa e in difficoltà”, tuona il segretario dem Enrico Letta. Poi, pur senza nominare Iv e Azione, Letta lancia l’affondo: “Il voto di oggi al Senato certifica tristemente che una parte dell’opposizione non aspetta altro che entrare in maggioranza”. I due leader del Terzo polo respingono l’accusa e contrattaccano imputando al Pd la colpa di quanto accaduto (“Oggi noi abbiamo votato scheda bianca. L’elezione di La Russa nasce da un regolamento di conti interno alla destra e prima ancora dalla folle strategia delle alleanze del Pd e di Enrico Letta”, spiega l’ex premier). Per il leader M5s, Giuseppe Conte, “sono iniziati i giochi di palazzo e qualcuno si prepara ad una finta opposizione”. Anche per Berlusconi, artefice dello strappo, a votare per La Russa sono stati i renziani. E il Cavaliere non nasconde la forte irritazione (spopola sui monitor l’immagine del leader azzurro che manda a quel paese La Russa, prima dell’elezione). A monte della spaccatura la composizione della squadra di governo e il pare reiterato niet di Giorgia Meloni all’ingresso della fedelissima del Cav Licia Ronzulli. Ad ammetterlo è lo stesso Berlusconi: La trattativa “è finita. Nessun ministero a Ronzulli e non va bene perché non si devono mettere veti”. Meloni – che nel pomeriggio vede Matteo Salvini per chiudere la partita per la presidenza della Camera, con il successivo annuncio della candidatura (a sorpresa) di Lorenzo Fontana fatto dal leader leghista – commenta soddisfatta: “Sono molto contenta per l’elezione di Ignazio La Russa”. Poi liquida quanto accaduto al Senato senza troppi giri di parole: “Sono intenzionata a dare a questa nazione un governo autorevole. Non intendo fermarmi davanti a questioni secondarie”. Infine assicura: “Dopo le Camere sarà pronta la squadra di governo”.

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