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Le indagini

Caso Saman, cadavere quasi integro e con gli stessi vestiti

Il corpo sarà sottoposto all’esame del Dna. Per gli investigatori si tratterebbe della 18enne scomparsa lo scorso anno

Pubblicato il: 28/11/2022 – 19:18
Caso Saman, cadavere quasi integro e con gli stessi vestiti

REGGIO EMILIA Corpo quasi integro e con ancora i vestiti che presumibilmente indossava al momento di essere brutalmente seppellita una volta uccisa. Si presentava così il cadavere – che si pensa appartenga a Saman Abbas, la 18enne pachistana scomparsa tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021 – esumato da Novellara, nella Bassa Reggiana, ieri sera. Lo ha confermato stamattina il procuratore capo di Reggio Emilia, Gaetano Calogero Paci che parla di una salma «ben conservata, considerata la profondità (quasi due metri, ndr) nella quale è stata interrata per oltre un anno e mezzo. Ora si tratta di verificare l’integrità degli organi interni perché attraverso e su di essi saranno svolte le indagini di tipo autoptico per capire esattamente l’identità del corpo stesso. Certo è che il contesto in cui corpo è stato ritrovato e anche qualche elemento peculiare già consentono di formulare una probabilità di identificazione, ma la regina prova è quella del Dna e solo attraverso una comparazione positiva sarà possibile dire che si tratti del corpo di Saman».
Per gli inquirenti non ci sono dubbi sul fatto che possa essere di Saman il cadavere rinvenuto il 18 novembre scorso nel casolare diroccato a circa settecento metri dall’abitazione dove viveva la famiglia Abbas, nei pressi dell’azienda agricola per la quale lavoravano tutti come braccianti. 
Le uniche parti ad essere state trovate come scheletro sarebbero state gli arti inferiori e superiori, mentre è stata trovata una catenina alla caviglia che sarebbe apparsa proprio alla giovane. Il corpo è stato dissotterrato ieri intorno alle 22 per poi essere portato al laboratorio di medicina legale dell’Università di Milano dove verranno svolti gli accertamenti affidati dalla Corte d’Assise del tribunale di Reggio Emilia ai periti Cristina Cattaneo e Dominic Salsarola. 
Oggi la salma è stata sottoposta ai primi esami strumentali, mentre domani pomeriggio si procederà con l’esame esterno. Dai primi accertamenti visivi, non ci sarebbero segni evidenti sul collo della vittima, ma con l’autopsia si cercherà di capire se effettivamente Saman possa essere stata strangolata come aveva detto anche il fratellino durante l’ incidente probatorio. Il rudere è ancora sotto sequestro perché qui proseguono le operazioni dei periti per prelevare campioni di terreno e altri elementi da analizzare. 

Lo zio ha indicato il luogo


A indicare il luogo dell’occultamento è stato Danish Hasnain, lo zio della ragazza, ritenuto dagli investigatori l’esecutore materiale del “delitto d’onore” compiuto perché Saman si era opposto a un matrimonio combinato in patria; sopra ai suoi vestiti – presumibilmente indossati la sera dell’assassinio – i Ris hanno trovato tracce biologiche di Saman. Assieme a lui sono imputati anche i cugini di Saman, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, questi tre tutti in carcere a Reggio Emilia; oltre ai genitori Shabbar Abbas (atteso in udienza a Islamabad il prossimo 6 dicembre dopo l’arresto in Pakistan, data nella quale si potrà sapere qualcosa di più sull’estradizione chiesta dall’Italia) e Nazia Shaheen, quest’ultima ancora latitante. 
Sono tutti e cinque imputati per omicidio premeditato, sequestro di persona e soppressione di cadavere, dopo essere stati rinviati a giudizio dal tribunale di Reggio Emilia che li attende il 10 febbraio, quando comincerà il processo in dibattimento. Ma il cerchio dei presunti responsabili potrebbe anche allargarsi: la Procura ha infatti aperto pochi giorni fa un’inchiesta bis per dare la caccia ad eventuali complici che avrebbero aiutato a nascondere il corpo di Saman. 

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