LAMEZIA TERME Sono esasperati e disperati. Ci mostrano bare ricoperte da teli di plastica, intrisi di acqua, e in alcuni punti anche danneggiate. Si ritrovano costretti non solo a piangere i propri cari defunti, ma anche ad affrontare – quasi come una beffa – una situazione di vera emergenza e degrado. È questa la sorte di alcuni cittadini di Lamezia Terme, familiari che oggi denunciano una situazione non più sostenibile, e che riguarda un’intera città.
Siamo nel cimitero di Nicastro, a Lamezia Terme. Qui, nella sala osservazione, come al solito si affollano le bare in attesa di essere tumulate perché di loculi liberi non ce n’è, nonostante l’annunciato progetto di ampliamento. Notizia già nota da tempo e della quale ci eravamo già occupati nei mesi precedenti ma, evidentemente, senza ottenere alcun risultato. Come se non bastasse, gli ultimi giorni di maltempo hanno riacceso i riflettori sull’emergenza che si è tradotto in un ulteriore schiaffo ai cittadini lametini. Complice i danni strutturali del tetto della sala osservazione, la pioggia ha raggiunto le bare esponendole all’acqua e costringendo i familiari a correre ai ripari. Le immagini e i video ne testimoniano la gravità.
«Sono un mese e sei giorni che mio padre è chiuso in questa stanza – ci racconta un cittadino esasperato – stanza che magari non è idonea per tenere tutti questi defunti. Il problema è che io mi sento preso in giro perché vengo qua e ti mandano alla Multiservizi, dalla Multiservizi ti mandano al Comune». «Ho parlato con il sindaco Mascaro che mi ha detto che nel primo pomeriggio mi avrebbe richiamato. È successo circa 10 giorni fa e non s’è fatto né sentire e né è venuto qua a vedere la nostra situazione». «Io non è che aspetto che un giorno mi chiameranno per dirmi che hanno trovato il posto per mio padre, mi aspetto una telefonata perché è crollato il tetto».
Lo sfogo di questo cittadino altro che non è l’esempio della frustrazione di una intera città. Anche perché lo stato di degrado del cimitero lametino ha superato ogni limite: strade interrotte, calcinacci, muri pericolanti, l’assenza di luci e di servizi. Tutto carente, nonostante le spese dei cittadini. «Qui dentro ci piove, tanto vale le lasciamo fuori le bare, ci piove dentro». «Devo prendere mia sorella e portarla a casa?» si chiede con tono amaro una signora. «Diversamente non si può fare perché in quella stanza ci piove, siamo stati costretti a mettere dei teli di plastica e non è giusto, non è una cosa giusta quella sta facendo il sindaco». «Siamo buoni solo a pagare le tasse – commenta un altro cittadino esasperato – per questo siamo buoni, e qui che abbiamo bisogno nessuno ci aiuta. Il sindaco deve fare qualcosa, è possibile questa situazione in una città come Lamezia Terme?».
Ancora una volta è l’Associazione Quartiere Capizzaglie a rivolgere alla politica lametina il proprio appello: «Invito a venire qua tutta la Giunta, i consiglieri comunali di maggioranza e minoranza, a farsi un giro al cimitero, perché non è giusto che questi poveri defunti non possono riposare in pace» è il monito di Oscar Branca che insiste: «Noi non ci stiamo più come associazione ma anche come cittadini perché ci aspettiamo delle risposte. La prima potrebbe essere almeno la manutenzione del soffitto e, nel frattempo, potrebbero spostare le bare in altre stanze idonee perché qui la sicurezza è inesistente: può crollare il tetto mentre i parenti sono qui, non sappiamo neanche se tra queste stanze piene d’acqua e pericolanti c’è un livello igienicosanitario minimo. Tutto questo è insopportabile». (g.curcio@corrierecal.it)
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