Il Partito Democratico ha la prima segretaria donna e femminista. Così ama definirsi Elly Schlein, “l’anti-Meloni” scelta da Enrico Letta per chiudere la campagna elettorale delle politiche. Un’ascesa vertiginosa, quella della neo segretaria, passata direttamente dalla vice presidenza della Regione Emilia-Romagna alla Camera e, ora, al Nazareno. La più giovane segretaria che il partito abbia mai avuto. Il tutto nel giro di cinque mesi. E pensare che fino a poco fa, Elly Schlein non era nemmeno una iscritta al Pd. Ne era uscita in dissenso dalla linea della segreteria Renzi e ci è voluto un congresso costituente per permetterle di rientrare in tempi record. Con Schlein, il Partito Democratico si avvia a “fare la sinistra”, come la deputata ha continuare a dire per tutta la campagna congressuale. A spoglio completato all’80 per cento la Schlein era al 53,8%, Stefano Bonaccini al 46,2%. Lo stesso Bonaccini si è già complimentato con la Schelin, sostenendo che “daremo una mano2 al nuovo segretario e riconsocendo che la sua sfidante “è stata pù capace di intercettare un senso di innovazione”. “La prima cosa che vi chiedo è di mandare da qui un grande applauso e un abbraccio a Elly Schlein. L’ho sentita pochi minuti fa, le ho fatto i complimenti e un ‘in bocca al lupo’ per la responsabilità che assume da questa sera alla guida di un partito democratico che ha bisogno di reagire e di rigenerarsi” ha detto Bonaccini arrivato alla Casa del popolo di Casalecchio di Reno, nel Bolognese, commentando il risultato delle primarie del Pd.
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