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le indagini

Il dossier dei parenti delle vittime: «In passato decine di salvataggi. Perché non siete intervenuti?»

Il team dei legali è al lavoro per ricostruire casi in cui le motovedette sono uscite per soccorrere i migranti. «Bimbi morti per ipotermia»

Pubblicato il: 14/03/2023 – 11:30
Il dossier dei parenti delle vittime: «In passato decine di salvataggi. Perché non siete intervenuti?»

CROTONE «Abbiamo già individuato decine di sbarchi fatti con l’aiuto di Guardia costiera e Guardia di finanza». Il team di legali che assiste gratuitamente i parenti delle vittime di Cutro lavora a un dossier. Raccoglie dati ed eventi per dimostrare che migliaia di persone, in passato, sono state salvate in condizioni simili a quelle che hanno provocato la tragedia del 26 febbraio. «Non è che quelli erano fortunati e questi invece sono stati sfortunati» dice al Corriere della Sera l’avvocato Francesco Verri che si sta occupando del fascicolo. «In quei casi – argomenta – l’Italia si è data da fare, in questo caso no. Qualcuno ci deve spiegare perché. Ce lo chiedono le mamme dei bambini morti e chiunque pianga qualcuno per questa strage». Verri scende nel dettaglio: «Il 9 settembre del 2020. Sono andati incontro a 97 persone, tutte salvate. C’era il mare forza 5 ed era estate, l’acqua era calda. I migranti venivano verso Cutro, Finanza e Guardia costiera li hanno aiutati e scortati fino al porto sicuro. Anche il 26 febbraio c’era mare forza 5, ma stavolta l’acqua era gelida. In mare non c’era nessuno e ci sono bambini morti di ipotermia, non annegati».

La «certezza» del team dei legali

Il dossier vuole entrare nel dettaglio di quali tipi di interventi siano stati disposti, negli anni scorsi, quando sono state segnalate imbarcazioni con migranti a bordo davanti alle coste di Cutro. Lo scopo è dimostrare che in passato—a differenza di quanto è successo il 26 febbraio — Finanza e Guardia costiera sono intervenute assieme salvando migliaia di persone. E fra le carte che saranno depositate in Procura a Crotone, il team di legali porterà anche quella che chiama «certezza». Cioè il fatto che l’operazione Themis con la quale il velivolo di Frontex avvista il barcone dei migranti 40 miglia al largo delle coste calabresi parla di «focus su law enforcement», cioè sull’operazione di polizia, ma «continuando a includere il Sar (operazione di soccorso) come componente cruciale».

Depositata in Procura la memoria difensiva

Questa mattina gli avvocati hanno depositato, come apprende l’Adnkronos, la memoria difensiva al Procuratore capo Giuseppe Capoccia che indaga sulla tragedia costata la vita ad almeno 79 persone con almeno 20 dispersi. Gli avvocati crotonesi Luigi Ligotti, Francesco Verri e Vincenzo Cardone e l’avvocato Mitja Galuz, hanno prodotto il documento per gli uffici giudiziari. «Forniremo il nostro attivo contributo, anche per mezzo di ricerche e investigazioni difensive, per accertare i fatti e perseguirli se risulteranno provati – dicono i legali – Abbiamo fiducia, a ragion veduta, nelle attività della Procura della Repubblica di Crotone».

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