LAMEZIA TERME «La ‘ndrangheta sarebbe stata agevolata ad infiltrarsi nell’attività di espansione commerciale di Eurospin». È il passaggio chiave del provvedimento notificato dalla Direzione investigativa antimafia e dalla Guardia di finanza di Reggio Calabria all’amministratore unico e legale rappresentante dell’azienda siciliana, Matteo Mion. L’amministrazione giudiziaria durerà un anno e in questo periodo la governance aziendale sarà esonerata dalla gestione del settore dell’espansione commerciale, cioè dall’apertura di nuovi punti vendita sul territorio. La vicenda reggina legata a “Eurospin Sicilia spa” apre però scenari imprevedibili anche a Lamezia Terme. Al centro dell’indagine che ha portato all’amministrazione giudiziaria, c’è l’esecuzione di opere edili volte all’apertura di nuovi punti vendita come quello realizzato a Gallico, nella periferia nord di Reggio Calabria, e quello che dovrebbe nascere a Siderno, nella Locride. Ma la società catanese è dietro anche all’accordo che ha portato nei mesi scorsi alla demolizione dell’ex Cantina sociale – a Savutano – e al progetto della realizzazione di un nuovo supermercato. Di quel progetto avveniristico resta, allo stato attuale, solo una profonda voragine, la stessa dove tutto potrebbe naufragare inesorabilmente. L’impressione è che tutto sarà definito nei prossimi 12 mesi: l’amministrazione giudiziaria potrebbe decidere di continuare il piano di espansione di Eurospin, e quindi proseguire con la realizzazione del supermercato lametino, oppure potrebbe bloccarlo e l’ipotesi di un solo anno, in questo caso, sarebbe quella migliore.
Ma la vicenda legata all’ex Cantina Sociale nei mesi scorsi ha acceso il dibattito politico in città, con il Pd lametino guidato da Masi, il consigliere comunale di minoranza Piccioni e Panedigrano che avevano provato in più occasioni a far luce su tutti gli aspetti dell’affare. Accuse respinte, poi, non solo dall’amministrazione comunale ma anche dal consigliere/progettista, Pietro Gallo, ideatore del progetto per la demolizione e ricostruzione dell’ex Cantina sociale, che è riuscito ad ottenere il parere positivo del dirigente Gianfranco Molinaro il 17 dicembre 2021, nonostante i due pareri tecnici negativi a firma dell’allora dirigente, l’avvocato Alessandra Belvedere risalenti a marzo e poi maggio 2021.
L’edificio, così come avevamo scritto nei mesi scorsi, era stato ceduto all’asta il 27 gennaio 2020 alla “A.C. 1939 srl” di Armando Curto, al prezzo di 1 milione e 230 mila euro. La società calabrese ma con sede a Roma, aveva poi specificato di aver sostenuto «spese ulteriori per un importo di euro 1.200.000 circa e specificatamente: 600.000 euro per l’abbattimento dei fabbricati e lo smaltimento dei materiali di risulta, 110.000 euro per l’acquisto di un terreno adiacente, 90.000 euro per spese tecniche, oltre 320.000 euro per spese notarili, oneri di urbanizzazione e imposte, oltre agli interessi finanziari». La società, però, ancor prima di completare la compravendita dal Comune di Lamezia – ratificata a Crotone il 22 ottobre 2020 – il 21 maggio 2020 e cioè 5 mesi prima aveva sottoscritto e registrato un contratto di compravendita condizionato proprio con la “Eurospin Sicilia Spa”. Nelle intenzioni c’era la realizzazione di un fabbricato a due livelli con al piano terra un esercizio commerciale per la vendita al dettaglio di prodotti alimentari e non su una superficie di vendita, oltre ad area da destinarsi a magazzino e servizi e un’area esterna per parcheggio esclusivo. La società crotonese, quindi, avrebbe svolto un ruolo di intermediario tra l’Eurospin Sicilia e il Comune di Lamezia Terme, ed è riuscita ad aggiudicarsi la proprietà al prezzo d’asta fissato, senza controparti, ma anche a guadagnare alcune centinaia di migliaia di euro attraverso la rivendita mentre la società siciliana si è ritrova, di fatto, proprietaria di un terreno già bonificato e pronto ad accogliere la nuova struttura tutta da costruire.
E in attesa di capire quali saranno i riflessi a Lamezia Terme, c’è da registrare la gravita della misura disposta dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Dda reggina. Un provvedimento che «si impone – è scritto – in funzione preventiva poiché mira a scongiurare il rischio che un’impresa sana e per la quale, dunque, non sussisterebbero i presupposti per disporne il sequestro di prevenzione possa essere, in qualche modo, infiltrata da soggetti legati a organizzazioni di stampo mafioso». Eurospin Sicilia avrebbe continuato ad intrattenere rapporti economico commerciali con la Leg Srl, pur sapendo che dietro l’impresa edile reggina ci fosse Giampiero Gangemi, protagonista di eclatanti vicende criminali accertate dalla Dda di Roma (operazione “Vicino”), sottoposto a misura cautelare per estorsione, usura, ricettazione, minaccia e danneggiamento aggravati dal metodo mafioso. (g.curcio@corrierecal.it)
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