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la camera di consiglio

Rinascita Scott, in isolamento (in un luogo protetto) per emettere la sentenza

Tre giovani donne chiamate a decidere su 338 imputati. L’aplomb durante le udienze e le aspettative su una decisione che farà (comunque) discutere

Pubblicato il: 17/10/2023 – 7:13
di Alessia Truzzolillo
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Rinascita Scott, in isolamento (in un luogo protetto) per emettere la sentenza

CATANZARO Dopo due anni e nove mesi di udienze, il collegio del Tribunale di Vibo Valentia che presiede il maxi processo “Rinascita Scott” si è ritirato in camera di consiglio.
Fin dall’inizio del dibattimento è emersa la giovane età delle tre giudici, chiamate a emettere una sentenza sul processo più impegnativo di sempre, per la Calabria, in termini di numeri, accuse, parti in causa, aspettative, caratura degli imputati.
Il presidente Brigida Cavasino, classe 1982 di Fivizzano, a latere Claudia Caputo, classe 1987 di Crotone, e Germana Radice, classe 1986 di Napoli, a mezzogiorno in punto di ieri si sono alzate, avvolte nelle loro toghe nere, e si sono ritirate. Il presidente Cavasino ha annunciato che la sentenza verrà emessa non prima del 6 novembre. Se la data dovesse essere rispettata si tratterebbe di 20 giorni di camera di consiglio. Un periodo che le giovani magistrate trascorreranno in isolamento, in un luogo protetto e vigilato, per tutto il tempo di cui avranno bisogno per maturare la loro decisione. Una decisione che coinvolge 338 imputati, accusati, a vario titolo, di oltre 400 capi di imputazione. Sono i presunti esponenti di tutte le cosche del Vibonese, capi, sodali, concorrenti esterni, professionisti al servizio delle ‘ndrine, esponenti politici. Nel corso del processo le giudici hanno mantenuto il giusto grado di separazione tra tutte le parti in causa. Hanno mantenuto aplomb (anche troppo in talune paradossali situazioni), hanno retto con garbo e senza mai una sbavatura le redini del processo e udienze fiume anche di 13 ore.
Ma la vera fibra di queste giovani giudici verrà fuori in questi 20 giorni. E si imprimerà in una sentenza storica. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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