COSENZA E’ partita da una richiesta di un prestito in banca da parte di una dipendente amministrativa in servizio all’Azienda ospedaliera di Cosenza, l’indagine avviata dalla Guardia di finanza bruzia guidata dal comandante, il colonnello Giuseppe Dell’Anna, in merito ai casi di paghe gonfiate e compensi aggiuntivi non dovuti. Secondo l’accusa, cinque dipendenti sarebbero riusciti ad hackerare il sistema informatico dell’Ao che consente la gestione e la compilazione delle buste paga.
L’istituto di credito, nello scorso mese di giugno, dopo aver ricevuto la richiesta di prestito – insospettito dalla corposa retribuzione della dipendente amministrativa – ha chiesto chiarimenti all’Azienda ospedaliera di Cosenza. Il commissario Vitaliano De Salazar ha immediatamente disposto accertamenti che avrebbero rilevato le incongruenze tra lo stipendio corrisposto alla dipendente e il ruolo all’interno dell’Azienda. Lo stesso De Salazar, ha disposto ulteriori controlli che hanno portato a scoprire, almeno per il momento, altre cinque posizioni giudicate “sospette”. Tutti i dati e i documenti sono stati trasmessi alla Guardia di Finanza, che – coordinata dalla procura di Cosenza guidata da Mario Spagnuolo – ha avviato una indagine per ricostruire quanto accaduto.
Nelle giornata di ieri, si è tenuta la riunione della commissione di disciplina dell’Azienda ospedaliera di Cosenza presieduta dal presidente il dottore Gianfranco Scarpelli. Presenti i dipendenti coinvolti nella vicenda, accompagnati dai rispettivi legali di fiducia. Gli stessi si sono appellati all’articolo 12 del regolamento che consente di rinviare la riunione a nuova data per avere tempo a disposizione utile ad analizzare le carte. Le parti si sono aggiornate, e la riunione è stata fissata a fine novembre. I dipendenti rischiano una severa punizione: nella migliore delle ipotesi una sanzione, in quella peggiore il licenziamento. Sull’attività ispettiva avviata dalla Gdf vige il massimo riserbo. (redazione@corrierecal.it)
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