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“Rinascita Scott”, l’assoluzione di Luigi Incarnato e la condanna (lieve) di Pietro Giamborino

Nel maxi processo sono dure le condanne emesse nei confronti di avvocati, uomini in divisa ed imprenditori

Pubblicato il: 20/11/2023 – 14:21
“Rinascita Scott”, l’assoluzione di Luigi Incarnato e la condanna (lieve) di Pietro Giamborino

LAMEZIA TERME La presenza oppressiva della ‘ndrangheta nella provincia vibonese e le condanne emesse con la sentenza del maxi processo “Rinascita Scott“, rappresentano un passaggio storico nella lotta alle cosche vibonesi: dal potente clan dei Mancuso di Limbadi ai capi, sodali e presunti concorrenti esterni, passando per i presunti colletti bianchi, uomini legati all’imprenditoria e alla politica. L’avvocato ed ex parlamentare Giancarlo Pittelli ha ricevuto una condanna ad 11 anni, mentre l’ex sindaco di Pizzo Gianluca Callipo è stato assolto, a fronte di una richiesta di condanna di 18 anni (qui la notizia). Ma sono altri i politici coinvolti nel procedimento.


LEGGI «Approfondiremo le motivazioni. Ma si conferma la forza del clan Mancuso» 


I politici

L’ex consigliere regionale Pietro Giamborino, per il quale era stata invocata una condanna a 20 anni. Per lui è arrivata una condanna ad 1 anno e 6 mesi di reclusione. Assolto perché il fatto non costituisce reato, l’ex assessore regionale Luigi Incarnato per il quale la Dda di Catanzaro aveva invocato una condanna ad 1 anno e 6 mesi. Ed ancora, l’ex consigliere comunale di Vibo Alfredo Lobianco e l’ex assessore comunale di Vibo Valentia Vincenzo De Filippis sono stati assolti.

Gli uomini in divisa

Nell’inchiesta della Dda di Catanzaro erano finiti anche diversi uomini appartenenti alle forze dell’ordine, come Antonio Ventura, all’epoca dei fatti appuntato scelto in servizio nel Reparto operativo Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Vibo Valentia. L’accusa aveva chiesto 18 anni, mentre i giudici hanno ritenuto congrua la condanna a 5 anni e 6 mesi. Michele Marinaromaresciallo della Guardia di Finanza, ha ricevuto una condanna a 10 anni e 6 mesi: la Dda ne aveva chiesti 17. Infine, a 4 anni è stato condannato Filippo Nesci, ex comandante della Polizia municipale di Vibo Valentia.

Imprenditori e avvocati

Per l’avvocato Francesco Stilo, i giudici hanno sostanzialmente confermato quanto richiesto dall’accusa condannandolo a 14 anni di reclusione, rispetto ai 15 anni di pena invocati dalla Dda. Per lui l’accusa è di concorso esterno per avere instaurato con le cosche Mancuso, Lo Bianco-Barba, Pardea Ranisi, Fiarè-Razionale-Gasparro e Accorinti uno presunto rapporto collusivo. Secondo l’accusa, attorno alla cosca Mancuso orbitavano altri imprenditori. Tra questi Gianfranco Ferrante, proprietario del noto “Cin Cin” bar di Vibo Valentia. Accusato di associazione mafiosa è stato condannato a 20 anni e 2 mesi. La richiesta era di 26 anni di carcere. Le altre condanne riguardano Giovanni Giamborino a 19 anni e 6 mesi e Mario Lo Riggio, ritenuto intraneo alla cosca Fiarè-Gasparro-Razionale di San Gregorio d’Ippona, condannato a 17 anni di carcere.

Il commento del legale di Giamborino

«L’assoluzione dell’ex consigliere regionale Pietro Giamborino dalla grave accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso ripercorre ciò che la suprema Corte di Cassazione aveva già stabilito anni or sono in sede cautelare. Inutili angosce processuali, fanno venire in mente il motto di Carnelutti: il processo è già una pena. Speriamo che sia terminato il periodo buio della giustizia calabrese e che si ripristini la valenza della prova sin dalla fase delle indagini preliminari, prima di giungere a carcerazioni preventive inopinate». E’ quanto afferma l’avvocato Enzo Belvedere, difensore dell’ex consigliere regionale del Pd Pietro Giamborino.  (redazione@corrierecal.it)

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