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Ponte sullo Stretto, in Consiglio le osservazioni per la conferenza di Valutazione di impatto ambientale

L’appello di sindaco Caminiti, giunta e gruppo “Città in movimento“ alla minoranza: «La città dovrà parlare una sola voce»

Pubblicato il: 13/04/2024 – 18:04
Ponte sullo Stretto, in Consiglio le osservazioni per la conferenza di Valutazione di impatto ambientale

VILLA SAN GIOVANNI  Nella tarda mattinata di oggi il sindaco Giusy Caminiti ha firmato e inviato il modulo  con il testo delle osservazioni per la conferenza di VIA (valutazione di impatto ambientale) redatto a seguito dei lavori del consiglio comunale aperto tenutosi nel pomeriggio di venerdì 12 aprile, ma anche dei contributi fatti avere da cittadini e professionisti in risposta agli avvisi dei giorni scorsi e/o depositati durante il civico consesso. Allegata come parte integrante delle osservazioni anche la relazione resa, sempre in consiglio comunale, dal responsabile dell’ufficio tecnico architetto Salvatore Foti, poi depositata agli atti assieme alle osservazioni dei tecnici nominati dal sindaco a supporto della commissione territorio il 18 e il 29 marzo scorsi.

Le osservazioni

Tante le osservazioni, di natura procedurale, tecnico documentale, ambientale e di tutela del territorio. 
A cominciare dalla mancanza di quadro di informazioni utili alla valutazione dei contenuti e alla formazione di giudizi di merito: la ‘Relazione del Progettista’ è un semplice elenco di attività progettuali da svolgere nell’ambito della redazione del progetto esecutivo e questo (sia da un punto di vista metodologico sia da un punto di vista pratico) pregiudica il diritto di  esprimere un giudizio di merito sul progetto, in quanto carente di elementi essenziali di valutazione su aspetti primari dell’impatto ambientale dell’opera sulla Città di Villa San Giovanni.
Non solo: la riduzione alla metà dei termini di legge per la presentazione delle osservazioni pregiudica ulteriormente l’ente, al pari  della poca chiarezza circa i ‘rapporti’ tra il progetto originario, le integrazioni e/o le sue sostituzioni, la non disponibilità dell’atto di approvazione del progetto.
«Villa San Giovanni è la Città dell’impatto – commenta il capogruppo di maggioranza Enzo Calabró – su cui ogni scelta inciderà, in modo definitivo, dal punto di vista urbanistico, ambientale, economico e sociale. Quest’opera tocca il litorale, il mare, gli ecosistemi tutelati, i torrenti, l’assetto geomorfologico del territorio. Quest’ente è chiamato alla valutazione di un progetto approvato come ‘definitivo’ ma che oggi non c’è a livello di definitivo per la Città di Villa San Giovanni. Noi non siamo messi nelle condizioni di valutare gli effetti di breve, medio e lungo periodo che la realizzazione dell’opera comporterà: erosione costiera, fiumare, dissesto idrogeologico, impatto climatico e inquinamento visivo, acustico, ambientale, valutazione di impatto sulla salute pubblica non sono per nulla stimati».
Le osservazioni presentate  analizzano i contenuti degli elaborati rispetto alle problematiche inerenti la Città, particolarmente sulla fase di cantiere che avrà conseguenze fortemente negative sulla qualità della vita degli abitanti, delle attività economiche adiacenti e potrebbe portare ad un decadimento complessivo della qualità di vita della comunità interessata.
Vanno valutati, criticamente e nella fase attuale e non successiva, anche tutti quegli aspetti che potrebbero rallentare la realizzazione dell’opera, perché è interesse primario della Città che i tempi di realizzazione dell’opera siano certi, al fine di evitare il prolungarsi di un cantiere che porterà impatti negativi considerevoli. E che l’opera non resti un’incompiuta eterna!

I dubbi in tema ambientale

Segnalati i deficit rispetto alla verifica di ottemperanza del Ministero dell’Ambiente del 15/03/2013; segnalata la valenza ambientale e paesaggistica dello Stretto come unicum; rappresentata la recente scoperta sui fondali del versante calabrese dello Stretto di una foresta di Laminaria ochroleuca (un’alga gigante, rarissima e protetta) che nella zona di Cannitello cresce ad oltre 50 m di profondità; richiesta la formulazione in termini di danno presunto/probabile derivante dalla cantierizzazione e produzione del manufatto, in termini di danno al Capitale Naturale dello Stretto e dei Servizi Ecosistemici che da esso derivano; richiesta un’indagine della Willingness to pay per il Capitale Naturale sul territorio e anche l’aggiornamento ai nuovi percorsi della valutazione costi-benefici nella VIA-VAS ed adeguamento agli standard ISO.

Le carenze progettuali

Troppe carenze progettuali e di studio rispetto a: gestione delle acque piovane; rischio di pesanti afflussi a mare di acque di dilavamento del cantiere cariche di sostanze inquinanti; previsione delle conseguenze le opere sulla costa, con osservazioni tecniche specifiche sul pontile di servizio e richiesta (data l’unicità dello Stretto per l’intensità delle correnti e la specificità dei flussi di trasporto solido) di studi di dettaglio meteo marino e di idraulica Marina. Ed ancora nessun progetto di ripascimento sulla sponda calabrese a differenza di quanto previsto sulla costa siciliana. 
Gli impatti derivanti da polveri, rumori ed emissioni sono rimandati alla progettazione esecutiva e non è quindi possibile esprimere un giudizio, come per gli aspetti ambientali di dettaglio con l’aggravante che non si comprende come sia esprimibile un giudizio di compatibilità ambientale allo stato degli atti.
Segnalata la faglia tra Punta Pezzo e Cannitello che ha provocato il terremoto del 6 febbraio 1783, non considerata con approfondimenti in progetto.
Con riferimento alla gestione delle terre e rocce da scavo, le valutazioni di merito vanno dettagliate nel contesto del progetto definitivo e non rinviate; l’utilizzo per i ripascimenti non è possibile senza una previa valutazione di estremo dettaglio sulla compatibilità.

Il caso Forte Beleno

Capitolo a sé Forte Beleno: il blocco di ancoraggio ricade nell’area occupata dal forte murattiano del 1888 e sorprende che rispetto ad esso non sia stata sollevata alcuna osservazione e/o prescrizione da parte della Soprintendenza, neppure nel 2011/2013. Il forte è senza alcuna protezione, soprattutto con riferimento al fossato lungo il perimetro della struttura fortificata così come originariamente progettato dagli ingeneri militari nel 1888. Dalla sovrapposizione della tavola progettuale allo stato dei luoghi “emerge con evidenza adamantina che il blocco di ancoraggio pregiudica anche la consistenza del forte, certamente quella del terreno circostante”. Per non parlare del limbo in cui versa il progetto “Parco a Verde” già finanziato da un PNRR.
Con riferimento agli aspetti urbanistici e della pianificazione territoriale, gli interventi previsti e le opere da realizzare non sono conformi allo strumento urbanistico. La realizzazione dell’opera snaturerà il contesto urbano della città unitaria, mentre durante le fasi di esecuzione le imponenti aree di cantiere “consumeranno il suolo” fino ad oggi preservato dall’antropizzazione.
Il superamento dei limiti delle emissioni acustiche durante le fasi di esecuzione non può essere considerata come “occasionale”, in quanto la durata del cantiere è paragonabile ad un’attività fissa e non temporanea.
Il cimitero di Cannitello non viene considerato pur essendo “circondato” da aree soggette ad esproprio per superfici da assoggettare a pubblici servizi e ferrovia e pur avendo a ridosso un impianto di betonaggio.
Non valutato il possibile mutamento delle fonti (sorgenti e pozzi idrici) a seguito delle lavorazioni sia per la realizzazione delle opere a mare che quelle a monte.

Il nodo cantierizzazione

Rispetto alla cantierizzazione: interessamento delle due uniche vie di transito (via Nazionale e lungomare di Città) e conseguente divisione longitudinale della città; mancanza di soluzioni viabilistiche alternative che attenuino la problematica del traffico (già attualmente insostenibile per la Città a causa dell’attraversamento intraurbano di milioni di mezzi leggeri e pesanti da e per la Sicilia); presenza nella zona di cantiere della rete di sottoservizi essenziali (rete idrica e fognaria) con il depuratore che necessita già di un ampliamento che al momento non viene considerato nel progetto ponte e che sarebbe definitivamente precluso alla Città qualora, in questa fase, non si attuino i correttivi progettuali necessari al suddetto ampliamento o anche, in ipotesi, alla realizzazione di un secondo impianto di depurazione.
Riguardo alla risoluzione delle interferenze (rete idrica, rete fognaria, pubblica illuminazione, viabilità), il responsabile arch. Foti dichiara: «Villa San Giovanni subirà trasformazioni quasi quotidiane con lo sviluppo del cantiere, pertanto bisognerebbe estendere i vari layout, dove le interferenze vengono trattate e risolte nelle varie fasi relative alle modifiche delle aree. Questo affiche il Settore comunale preposto riesca a garantire i servizi essenziali e necessari alla comunità che vive non solo a ridosso di dette aree, ma all’interno del territorio comunale tutto».
Le preoccupazioni per la Città sono unanimemente condivise: «Per tale motivo – conclude il sindaco Caminiti – rinnovo l’appello ai consiglieri di minoranza, purtroppo caduto nel vuoto in consiglio dal momento che non hanno accettato neppure il confronto con la maggioranza prima di lasciare l’aula durante la sospensione dei lavori: queste osservazioni devono essere condivise da tutti, a maggior ragione dai consiglieri comunali. Vi chiediamo di essere tutti insieme su un’unica posizione che non è quella del sì o del no all’opera ponte ma quella di difesa del territorio e di tutela della comunità rispetto a questo progetto definitivo. La Città dovrà parlare una sola voce: ascoltiamola insieme!».

L’INTERVISTA DEL CORRIERE DELLA CALABRIA

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