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la scoperta

I Bronzi di Riace sono di Siracusa? «La composizione delle terre corrisponde»

Illustrato questa mattina l’ultimo studio. Madeddu: «Il DNA corrisponde». E ancora: «Forse parte di un gruppo scultorio dedicato a Re Gelone»

Pubblicato il: 25/07/2024 – 17:13
I Bronzi di Riace sono di Siracusa? «La composizione delle terre corrisponde»

SIRACUSA «Bisogna premettere che non sono stato il primo a sostenere questa ipotesi, ma prima di me personaggi molto più autorevoli l’hanno fatto, mi riferisco al grande archeologo americano Robert Ross Holloway e anche al grande archeologo a subacqueo americano Ann Marguerite McCann che, tra gli anni ‘80 e ‘90 sostennero questa ipotesi siciliana». Lo ha detto questa mattina Anselmo Madeddu medico ed esperto di storie di bronzistica greca, in occasione della illustrazione dell’ultimo studio che potrebbe avvalorare l’origine siciliana – e in particolare da Siracusa – dei Bronzi di Riace.

Lo studio

In particolare sarebbe lo studio geochimico a supportare la tesi della probabile origine siciliana dei Bronzi di Riace. Secondo alcune teorie, infatti, sarebbero stati parte di un complesso statuario che faceva bella mostra di sé nell’antica Siracusa, in ricordo dei tiranni Dinomenidi. Dello studio, oltre a Madeddu, se n’è occupato Rosolino Cirrincione, direttore del Dipartimento di Scienze biologiche geologiche e ambientali dell’Università di Catania. I due studiosi, insieme all’equipe del Dipartimento etneo, Carmelo Monaco e Rosalda Punturo, d’intesa con Carmela Vaccaro dell’Università di Ferrara, hanno confrontato le caratteristiche geologiche delle terre e delle saldature dei Bronzi di Riace con quelle di diversi campioni prelevati in prossimità della foce del fiume Anapo a sud di Siracusa, riscontrando una sorprendente corrispondenza dei parametri geochimici.

«L’origine siciliana dei Bronzi»

«L’ipotesi che i Bronzi di Riace abbiano in realtà origine siciliana non è del tutto nuova» ha spiegato Madeddu ai giornalisti. «Inizialmente proposero di individuare nei Bronzi di Riace i personaggi di Gelone e di Ierone, quindi i Dinomenidi di Siracusa. Loro partivano da un’osservazione che il vasellame, di cui si erano adesi le concrezioni sulla superficie dei bronzi, è databile attorno al III secolo a.C., cioè in un’epoca in cui ancora le città della Grecia classica non erano state conquistate dai romani. L’unica grande città greca che in quel secolo venne conquistata dai romani, secondo Holloway era proprio Siracusa e quindi questo era un forte indizio dell’origine siciliana dei bronzi, perché è opinione comune che i bronzi dovettero affondare in seguito ad uno dei trafugamenti che i romani fecero dopo che conquistarono le città romane».

Bronzi assemblati a Siracusa

L’ipotesi è dunque che i Bronzi furono assemblati a Siracusa dove rimasero fino al 212 a. C. poi furono imbarcati per essere portati a Roma dove però non arrivarono a causa di un naufragio. Le statue rimasero nelle profondità del mare per circa 2.200 anni per poi essere recuperate. Quanto meno quella di Gelone e suo fratello Ierone. Della terza statua si sono perse le tracce. Partendo da questa riflessione, «ho fatto una serie di considerazioni che mi hanno stimolato ovviamente a fare queste indagini» ha spiegato ancora Madeddu. «Ho trovato una serie di indizi molto molto interessanti su questa ipotesi, ne cito uno solo, ce ne sono tantissimi, ma per esempio il riscontro di una moneta siracusana del IV secolo coniata attorno al 340 a.C. da Timoleonte che rappresenta il profilo perfettamente identico del bronzo B di Riace. Ma l’elemento più importante della sostanzialità di oggi è che i bronzi di Riace, così come tutti i bronzi di certe dimensioni nell’antichità, non venivano realizzati a colata unica ma a pezzi anatomici separati, questo significa che poi venivano saldati nel luogo dove dovevano essere definitivamente esposti e questo significa che, quello che è importante, è andare a cercare la correlazione tra le terre di fusione che servivano per fabbricarli, sottese non tanto ai nuclei anatomici interni, ma quanto alle zone delle saldature, con le terre da cui si pensa potessero essere provenuti». «Secondo l’indicazione di alcuni storici, la collocazione del gruppo scultorio che noi andremmo ad identificare, era un famosissimo gruppo scultorio di Siracusa Antica dedicato a Re Gelone all’indomani della battaglia di Imera, doveva essersi collocato nella zona del Tempio di Era quindi vicino all’Olimpeioni». Dalle analisi è emersa una sorprendente corrispondenza dei parametri geochimici.

Il “DNA” delle terre

La composizione dei litotipi argillosi prelevati a Siracusa e quelli osservati nelle terre di saldatura dei Bronzi, è pressoché identica. Dando questa indicazione poi il professore Cerrincione ha fatto uno studio con dei prelievi, dei carotaggi in quell’area, comparati con i dati pubblicati dall’Istituto Centrale del Restauro relativi alle terre dei Bronzi, «trovando una sostanziale identità tra le terre di Siracusa e le terre delle strutture dei bronzi di Riace». «Da profano e non da geologo ovviamente, dico soltanto che è come se avessimo trovato una sorta di DNA delle terre e di DNA delle terre dei Bronzi e sono sostanzialmente identici. Risultati che andrebbero a supportare in maniera forte questa ipotesi siciliana, e siracusana in modo particolare, che da anni si sta sostenendo». (Gi.Cu.)

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