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Medici e infermieri in fuga dai pronto soccorso

Nel 2023 i Pronto soccorso italiani hanno registrato un milione e 200mila accessi in più rispetto al 2022

Pubblicato il: 05/09/2024 – 21:00
Medici e infermieri in fuga dai pronto soccorso

ROMA E’ fuga dal corso di laurea in infermieristica: i candidati ai test di ammissione sono infatti sempre di meno, tanto che quest’anno si registra una sola domanda per posto disponibile. E questo nonostante il bisogno di queste figure professionali sia in costante crescita. Sempre più introvabili, dunque, gli infermieri, così come d’altronde anche altri specialisti a partire dai medici di Medicina di emergenza-urgenza: nei Pronto soccorso ne mancano all’appello almeno 5mila. Sale dunque la preoccupazione per la carenza di infermieri e la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) sollecita un intervento da parte delle istituzioni. Da oggi, rileva, circa 21.000 studenti stanno affrontando i test di ammissione previsti in Italia per l’accesso ai corsi di laurea in Infermieristica, per 20.435 posti a disposizione. Posti a bando che crescono, seppur lievemente (377 in più rispetto al 2023/24) mentre calano le domande: sono 21.250 tra atenei pubblici e privati, ovvero 2.377 in meno rispetto allo scorso anno, -10% circa. Ovvero, una domanda per un posto in media. Il calo delle domande di iscrizione si conferma marcato nelle regioni del Centro e del Nord Italia, ma da quest’anno comincia a interessare anche alcune regioni del Sud. Ed il dato “diventa particolarmente rilevante – avverte la Fnopi – anche nella fase successiva alle selezioni, quando, trovando posti liberi al Nord, molti studenti meridionali si trovano costretti a rinunciare perché le spese per i fuorisede e per le famiglie diventano impossibili da sostenere”. Una emergenza che, secondo la Fnopi, rende evidente la necessità di una “revisione complessiva del sistema che, a partire dalle specializzazioni dei percorsi formativi magistrali, possa offrire prospettive di carriera agli infermieri e adeguamenti dal punto di vista economico e organizzativo”. Rendere la professione più attrattiva è dunque una priorità, anche considerandone l’alto livello di stress: “Gli infermieri sono infatti la categoria maggiormente a rischio suicidio”, sottolinea il sindacato Nursing up ricordando due recenti casi di suicidio verificatisi in Sicilia. Ma se, in vista della prossima Manovra, i ministeri della Salute e dell’Economia starebbero lavorando ad un piano per assumere fino a 30mila tra medici e infermieri in tre anni, la situazione attuale resta critica. In corsia mancano gli infermieri e nei Pronto soccorso si aggrava sempre di più la carenza di medici specializzati in emergenza-urgenza. Nel 2023 i Pronto soccorso italiani hanno registrato un milione e 200mila accessi in più rispetto al 2022, ma gli attuali 4.312 medici ‘urgentisti’ sono troppo pochi e all’appello, secondo la Società di Medicina di emergenza urgenza (Simeu), ne mancherebbero almeno 5mila. “Aumentare i posti nelle specializzazioni non basta se poi non vengono coperti. Lo scorso anno – ha affermato il ministro della Salute Orazio Schillaci – dei posti messi a bando per questa specialità ne sono stati assegnati solo uno su 4. I giovani scappano dalle specializzazioni in Emergenza e urgenza, luoghi interessati da carenza del personale e burnout”. Per questo il ministero della Salute ha lanciato la campagna ‘Noi salviamo vite’ per incentivare le iscrizioni alle Scuole di specializzazione in emergenza-urgenza, che sarà diffusa nei mesi di settembre e novembre.

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