COSENZA È come se i cambiamenti climatici avessero interessato anche il lessico sindacale: dagli autunni caldi dei decenni passati, ecco arrivare un “Natale caldo”, almeno in Calabria. Lo annunciano i delegati della Cgil che dal palco di piazza Carratelli, in chiusura della manifestazione regionale di Cgil e Uil hanno rilanciato le ragioni dei 900 tirocinanti Tis: «Senza risposta dalla Regione, siamo pronti ad andare a protestare in Cittadella, anche a Natale, e ci porteremo le tende». Lui si chiama Francantonio, è pavesato da una bandiera della Nidil Cgil, quelle “nuove identità lavorative” che negli anni sono fiorite ai margini del mercato del lavoro: suo l’intervento tra i più applauditi, per la passione mista a rabbia che lo ha animato.
Ieri Lsu/Lpu, oggi Tirocini di inclusione sociale: si aggiornano le sigle, dietro cui ci sono storie personali e nuclei familiari in un eterno limbo, non cambia la deregolamentazione nello scenario dei diritti. In questo continuo slittamento verso chi sta peggio, il rischio è quello di una guerra tra ultimi. «Siamo contenti per i lavoratori di Abramo ma anche noi vorremmo dire basta alla precarietà», questo il senso delle riflessioni dei tanti tirocinanti arrivati dal Cosentino ma anche da Siderno e altre parti della regione. «Siamo stanchi di essere considerati uno dei bacini elettorali da tenere sempre “sospesi”… Senza di noi – è stato ripetuto dal palco – i Comuni rischiano di bloccarsi, e spesso rivestiamo dei ruoli che vanno ben oltre quanto ci sarebbe richiesto».
Un grido d’allarme simile a quello degli operatori sanitari, oberati di lavoro e sempre più a rischio aggressioni.
A bandiere ammainate e striscioni arrotolati, l’elenco delle adesioni fornito dai sindacati dà la desolante mappa delle vertenze aperte in Calabria, una geografia delle rivendicazioni: dal maxi gruppo come Baker Hughes, di recente nelle cronache politiche per il mancato investimento a Corigliano Rossano, all’Ex Arsac Malarotta, da Torre di Mezzo alle cooperative di servizi sparse per la Calabria, dai marchi simbolo come Italgas ed Enel ai colossi Medcenter e Rai. A un mese dal Natale che potrebbe portare in dono le assunzioni per i dipendenti di Abramo (la data è il 15 dicembre), piccoli grandi segnali che sono una richiesta di aiuto impacchettato sotto l’albero della politica. (euf)
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