COSENZA Che fine ha fatto la legge sulle fusioni dei comuni? «È una pagina che non è affatto chiusa»: nella data-feticcio (5 febbraio 2025, scadenza poi slittata di due anni) che doveva dare il via Grande Cosenza, Pierluigi Caputo afferma che in Consiglio regionale non sono previste, per ora, scadenze sull’iter legislativo della norma di cui è autore ma «ci sono valutazioni in corso perché quell’idea rimane sempre in piedi».
Il consigliere regionale di Forza Azzurri commenta anche le posizioni di chi «pur essendo per il No si rifugia ancora oggi in scappatoie lessicali con l’unica finalità di mantenere la poltrona».
Il riferimento è a chi, alla fusione tra Cosenza, Rende e Castrolibero, preferisce l’Unione dei Comuni: «Quella formula degli anni novanta si è già dimostrata fallimentare – commenta Caputo – basti pensare a Pandosia: Marano Marchesato ne sta pagando ancora le conseguenze mentre Marano Principato fortunatamente se ne era chiamata fuori… Chi da Rende oggi pensa di includere Montalto Uffugo in un eventuale soggetto unico per la gestione dei sevizi non pensa che ai montaltesi non interessa nulla raccoglie la spazzatura con i rendesi».
A ridosso del risultato del referendum sulla città unica, Roberto Occhiuto commentò che bisognava «rispettare il dato del referendum» ma aggiunse che era stato «un errore averlo politicizzato troppo»: Caputo è d’accordo con quella lettura e aggiunge che «oltre che sulla scarsa affluenza dell’1 dicembre bisogna riflettere anche sul comportamento di alcuni che, all’interno dell’amministrazione di Cosenza, hanno assunto un comportamento ambiguo. Noi – conclude il consigliere di maggioranza a Palazzo Campanella – rimaniamo coerenti e continueremo sulla nostra strada». (euf)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x