COSENZA È stato «un incontro franco e a tratti duro», quello tra Franz Caruso ed Eugenio Guarascio, soprattutto a proposito della rigidità sul mancato ribasso dei prezzi dei biglietti ma alla fine la notizia è uscita, o almeno il titolo, al netto dello scetticismo dei tifosi che ricordano un precedente di 4 anni fa (sindaco Occhiuto): «il Cosenza Calcio è ufficialmente in vendita, quella di cedere la società non è più una possibilità ma una volontà».
«Abbiamo sottoposto al presidente Guarascio – ha attaccato il sindaco aprendo la conferenza stampa convocata in tutta fretta per le 14, dopo il vertice di Palazzo dei Bruzi previsto per le 16 e poi anticipato alla tarda mattinata – le richieste di chiarimento giunteci dai cittadini e da tutta la provincia sul futuro della squadra, ma prima ancora di una città, visto che la squadra non si chiama Ecologia oggi Calcio ma Cosenza Calcio e come amministrazione abbiamo il dovere di difenderne il nome. Il Cosenza è un patrimonio della città e della provincia, e tra i tifosi ma non solo abbiamo registrato sentimenti di ostilità alla gestione della società, un muro che è difficile abbattere: è finita la voglia di partecipazione – ha aggiunto Caruso – e la città non si riconosce più in questa presidenza».
Da Caruso e Giuseppe Mazzuca – il presidente del Consiglio era al suo fianco in conferenza stampa e al termine ha incontrato all’uscita del municipio una delegazione di tifosi – anche il riferimento a «un calciomercato fallimentare». Ma – ha chiosato il sindaco – «nel rispetto dei ruoli nessuno di noi ha detto a Guarascio cosa deve fare della sua società privata, nessuna invasione di campo. Da parte nostra abbiamo ribadito che non ci sono più le condizioni per alimentare una speranza e una fiducia che avevamo manifestato da ultimo il 31 ottobre scorso. Da allora è tutto cambiato: la matematica non ci condanna ma i fatti non ci fanno sperare in una salvezza certa, anzi la percezione è che la situazione rischia di degenerare ulteriormente dopo 11 risultati negativi».
Dal sindaco anche un invito accorato alla squadra a «prendere in mano la situazione con orgoglio e combattere sul campo, serve un cambio di passo e non si può dare sempre la colpa a sfortuna ed errori arbitrali
Poi l’appello ad eventuali nuovi acquirenti, anche se sulle trattative il sindaco si è appellato al patto di massima riservatezza: «Gli imprenditori seri, locali e non, si facciano avanti perché ora non hanno più alibi dal momento che da oggi c’è la certezza della vendita, una presa di coscienza della società e una dichiarazione chiara. Noi faremo da mediatori con gli imprenditori che agiranno pubblicamente e nella massima trasparenza, sappiano che l’amministrazione sarà con loro».
Mazzuca racconta che «a Guarascio stamattina abbiamo detto che si è rotto il rapporto di fiducia e ora deve cedere il passo, per rispetto ai cittadini e ai tifosi». A chi gli fa notare che l’accelerazione degli ultimi giorni potrebbe essere tardiva, il presidente del Consiglio comunale risponde che «abbiamo deciso di incontrarlo oggi per non turbare il calcio mercato o dargli alibi. Ora la priorità è ricomporre un clima sereno e unitario per evitare di correre il rischio di retrocedere ben prima della fine del campionato».
Caruso al proposito aggiunge che le pessime performance della squadra hanno fatto nel frattempo calare le “quotazioni” del club in termini di appetibilità. «Perché – si chiede – le trattative su cui da tempo ci sono voci non si sono concretizzate prima della chiusura del calciomercato?». Infine una curiosità a proposito dei conti: Franz Caruso riferisce che «il presidente Guarascio ha detto che i debiti li hanno tutte le società, compresa l’Atalanta». Ma il Comune aspetta ancora le carte sui rendiconti mentre due anni di concessioni restano da saldare. (euf)
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