COSENZA Il 25 agosto a Lorica, Ilaria Mirabelli è deceduta a seguito di un incidente stradale «fuoriuscendo dal veicolo e rimanendo schiacciata durante il ribaltamento dell’autovettura uscita di strada», la vittima riportò «fratture complete e composte e la lesione delle arterie intercostali. La perforazione della pleura, la lacerazione del pericardio, la lacerazione del polmone sinistro e conseguente pneumatorace e versamento pleurico di 1110 millimetri di sangue con atalettasia-collasso del polmone sinistro e lacerazione dell’emidiaframma sinistro». Per quel sinistro, questa mattina, il gip del tribunale di Cosenza Letizia Benigno ha disposto gli arresti domiciliari per Mario Molinari, ex compagno della vittima. L’accusa, nei suoi confronti, è di omicidio stradale. Per chi indaga era lui alla guida dell’auto al momento della tragedia, una ricostruzione confutata e respinta dallo stesso indagato che invece ha sempre sostenuto di trovarsi sul lato passeggero.
Per i carabinieri l’uomo era alla guida della vettura, in stato di ebbrezza alcolica e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, quando ha cagionato la morte di Ilaria Mirabelli seduta sul lato passeggero. Il provvedimento restrittivo odierno scaturisce dagli approfondimenti di indagine consistenti in accertamenti tecnici di tipo biologico effettuati dal Ris Carabinieri di Messina su tracce biomolecolari repertate all’interno dell’autovettura, assunzione di specifiche sommarie informazioni testimoniali e consulenze tecniche disposte dalla Procura della Repubblica di Cosenza.
Nei momenti immediatamente successivi all’incidente, i militari hanno avviato le indagini. Un testimone ha riferito dettagli rilevanti. «All’improvviso da Lorica in direzione Aprigliano è transitato a grande velocità un veicolo di colore grigio. Questa autovettura era condotta da un uomo con una maglietta di colore verde molto visibile che mi è rimasta impressa, coi capelli brizzolati, senza occhiali da sole, che ho visto chiaramente e precisamente in volto. L’uomo che conduceva quel veicolo aveva una condotta di guida molto spericolata, è passato diritto a gran velocità». Alla ricostruzione fornita, i carabinieri aggiungono le analisi dei Ris di Messina. «Veniva repertato ed analizzato un capello lungo nero sul montante anteriore lato passeggero incastrato nel rivestimento anteriore laterale destro, che gli accertamenti riconducevano a Mirabelli. Inoltre, gli accertamenti irripetibili effettuati dai Ris di Messina avrebbero chiarito che le tracce biologiche rinvenute nell’auto evidenziavano Dna solo maschile su volante e cambio».
Come emerge dal parere espresso dai consulenti dei pm, i dottori Berardo Silvio Cavalcanti e Vannio Vercillo, «il decesso di Ilaria Mirabelli fu causato da grave trauma chiuso del torace, compatibile con lo schiacciamento tra la carrozzeria dell’autovettura e il terreno». Alla luce dell’utilizzo di sostanze stupefacenti e alcoliche da parte di Molinari viene chiesto al consulente di effettuare analisi sul sangue dell’indagato. «Al momento in cui è accaduto il sinistro, l’indagato era sotto l’effetto dell’alcol e della cocaina». I medici lo mettono nero su bianco: «L’alcolemia riscontrata era già di per sé a valori rilevanti e tali da determinare l’alterazione neuropsichica del soggetto. I suoi effetti negativi sono stati amplificati e prolungati dalla contestuale assunzione della cocaina, che ha inciso in termini di deficit neuropsichico, rendendo più difficile il controllo di sé e dell’ambiente circostante».
E’ toccato all’ingegnere Carelli Basile elaborare una ricostruzione della dinamica del sinistro che individuava «in Molinari il conducente dell’autovettura e l’autore di condotte di guida «colposamente rilevanti». «Molinari giunto alla fine del tratto rettilineo, procedendo a una velocità di circa 80 Km/h, mentre affrontava una curva sinistrorsa a stretto raggio e (…) invadeva la corsia di marcia riservata al verso opposto di circolazione. Dal verso opposto di circolazione sopraggiungeva un’autovettura con una coppia di persone a bordo (…) a questo punto, Molinari sterzava verso destra per riportarsi sulla sua corsia di marcia, ma, con ogni probabilità, a causa della velocità elevata e dello stato di alterazione psicofisica, nell’eseguire la manovra di rientro perdeva il controllo dell’autovettura e fuoriusciva dal margine destro della carreggiata». Cosa è successo ad Ilaria Mirabelli? Per il dottore Carelli, «la porta anteriore destra si apriva e la vittima, che non aveva allacciato la cintura di sicurezza, era proiettata fuori dall’abitacolo. Non è stato possibile stabilire se avesse azionato la maniglia di apertura accidentalmente durante i sobbalzi subito dal veicolo nella corsa fuori strada oppure a causa di deformazioni/torsioni di tipo elastico della scocca dell’autovettura». Molinari, invece, sarebbe uscito «autonomamente dal veicolo capovolto, con ogni probabilità da uno dei due finestrini anteriori, che al momento della verificazione del sinistro erano con i cristalli completamente abbassati». (f.benincasa@corrierecal.it)
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