VIBO VALENTIA Regge l’impianto accusatorio nei confronti degli indagati nel processo “Costa Pulita” davanti ai giudici della Corte di Cassazione. Sono, in tutto, 18 le condanne confermate mentre sono quattro sia le assoluzioni che gli annullamenti con rinvio davanti alla Corte d’Appello di Catanzaro.
Si tratta del procedimento celebrato con rito abbreviato, nato da un’inchiesta della Dda di Catanzaro contro i clan della costa vibonese: la consorteria di Briatico Accorinti-Bonavita-Melluso e la ‘ndrina Il Grande di Parghelia.
Confermate, dunque, le condanne nei confronti di: Nazareno Colace (3 anni); Giuseppe Granato (6 anni e 8 mesi); Francesco Grillo (3 anni, 4 mesi); Ferdinando Il Grande (6 anni) e Carmine Il Grande (8 anni, 8 mesi), ritenuti capi dell’omonimo clan di Parghelia. E poi: Gerardo La Rosa (6 anni e 4 mesi); Giancarlo Lo Iacono (7 anni); Carlo Russo (7 anni); Salvatore Muzzupappa (3 anni, un mese e 10 giorni); l’ex sindaco di Briatico, Francesco Prestia (1 anno e 4 mesi); Pasquale Prossomariti (7 anni); Giovanni Rizzo; Davide Surace (3 anni); Federico Surace (3 anni); Domenica Staropoli; Antonio Accorinti e Salvatore Muggeri (4 anni e 6 mesi). Per quanto riguarda Antonio Accorinti, la pena è stata rideterminata a 7 anni e 7 mesi mentre sono stati inflitti ora 4 anni, 9 mesi 10 giorni di reclusione Prostamo. Annulla senza rinvio la sentenza impugnata nei confronti di Emanuele Melluso per il reato di danneggiamento aggravato e, per il capo 71, rinviandolo a nuovo giudizio ad altra sezione della Corte di Appello di Catanzaro. Stessa decisione per Simone Melluso, per il quale peraltro la Cassazione ha annullato la condanna per 416bis, Sergio Bagnato, ex consigliere comunale, e Leonardo Francesco Melluso. Prescrizione, infine, per l’ex sindaco di Briatico, Andrea Niglia. (Gi.Cu.)
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