RIACE Non c’è pace per Mimmo Lucano, europarlamentare e sindaco di Riace. Dopo aver archiviato la vicenda giudiziaria scaturita dell’inchiesta “Xenia” con la sentenza della Cassazione che ha confermato quanto deciso in appello, il primo cittadino rischia ora di dover affrontare gli effetti della Legge Severino, che potrebbe imporre la decadenza da sindaco di Riace e il contestuale ritorno al voto per il comune reggino. Come spiega Il Dubbio «dopo l’eventuale notifica, il Consiglio comunale avrà 10 giorni per riunirsi e ratificare l’eventuale decadenza. A quel punto Lucano potrà impugnare la decisione». In buona sostanza, per il quotidiano «dopo la condanna a 18 mesi per falso, il caso non dovrebbe essere tra quelli a rischio decadenza, ma la prefettura potrebbe valutare».
«Io non ho mai commesso nessuno dei reati che mi sono stati contestati. Si è trattato di un teorema studiato ed elaborato proprio per ostacolare una storia di accoglienza unica nel mondo», ha sostenuto Lucano dopo la decisione degli Ermellini. Ora potrebbe essere costretto ad affrontare un’altra grana giudiziaria.
La Prefettura di Reggio Calabria ha informato il Comune di Riace del rischio di decadenza del sindaco. «Ancora – è stato il commento di Lucano all’ANSA – né io né il Comune di Riace abbiamo ricevuto atti formali dalla Prefettura di Reggio Calabria. Non sono un giurista ma, per quanto ne so, non esiste nessuna ipotesi di decadenza in seguito alla mia condanna. In ogni caso, qualsiasi provvedimento che la Prefettura vorrà adottare sarà valutato con attenzione da me e dai miei legali. Ovviamente, sono pronto a non fare alcuna resistenza se decidono di farsi da parte anche i rappresentati del governo che hanno deciso di accompagnare un torturatore libico nel suo Paese con un aereo di Stato, pagato, quello si, con i soldi dei contribuenti». (redazione@corrierecal.it)
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