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dove la neve si mescola al miele

Brunori Sas torna in Calabria. Il momento più bello di Sanremo? «L’abbraccio con Fiammetta che mi dice sei un eroe»

Il cantautore accolto dai “Brunoriani” all’Unical. «Il pezzo di Vito Teti mi rende orgoglioso, ha colto la mia visione della cultura popolare»

Pubblicato il: 20/02/2025 – 13:49
di Fabio Benincasa
Brunori Sas torna in Calabria. Il momento più bello di Sanremo? «L’abbraccio con Fiammetta che mi dice sei un eroe»

COSENZA I fan attendono dalle 8 l’arrivo (tre ore dopo, come da programma) di Brunori Sas: il cantautore cosentino che ha conquistato il terzo posto al Festival di Sanremo con “L’albero delle Noci“, brano che ha dato il titolo all’album uscito a gara in corso. E quando questa mattina si affaccia in piazza Vermicelli, lo spazio antistante il Tau dell’Unical si trasforma in un’arena: il pubblico si avvicina, Brunori chiama a raccolta i fan e – chitarra in mano – intona il successo sanremese prima di suonare due grandi classici “La Verità” e “Guardia ’82“. I “Brunoriani”, smartphone in mano, fanno festa, cantano, ballano e accolgono il loro idolo quasi incredulo dinanzi a tanto affetto. Lui che è partito dai concerti nei piccoli comuni calabresi, qualcuno la chiama gavetta ma per il cantautore di San Fili è sempre stata solo passione. La stessa che consente di credere in un sogno, per anni e per molti, impossibile: quello di salire sul palco dell’Ariston e ricevere l’applauso sincero di un pubblico assai esigente e capace – come accaduto anche di recente – di mostrare il proprio disappunto.

L’esperienza a Sanremo

Solo standing ovation per Dario che canta, con un pizzico di emozione, i versi della «terra crudele dove la neve si mescola al miele e le persone buone portano in testa corone di spine» e con la solita umiltà ammette: «Qualcuno ha scoperto Brunori, qualcuno l’ha riscoperto, qualcuno ha confermato l’affetto che nutre per me, per la proposta che porto avanti da tanti anni, sono molto felice che si siano combinate tutte e tre le cose». «Ho ricevuto un affetto importante, perché quando si affrontano contesti come quello di Sanremo, c’è sempre bisogno di un certo tipo di energia. Ho visto e sentito un senso di appartenenza sano, un desiderio anche di rivalsa per una narrazione che è sempre stata segnata da un tono solo».

Negli occhi Fiammetta

La breve conferenza stampa anticipa l’incontro con i fan. Brunori ne approfitta per salutare Linda Cribari, sindaca di San Fili, comune dove vive tra le magare e l’albero delle noci «diventato meta di pellegrinaggio». Il racconto delle emozioni del Festival è sincero, ma oggi – dice Brunori – «non penso alla prossima edizione, voglio concentrarmi sulla mia famiglia, sul disco e il tour: le mie priorità». E gli occhi si incendiano quando ricorda «il momento più bello del Festival» l’abbraccio della piccola Fiammetta, “il suo sole”. «La cosa più bella è chiaramente quando mi sono riunito alla famiglia, la prima sera c’erano mia mamma e Alessandro, mio fratello e quindi l’abbraccio con loro e poi sentire Simona e Fiammetta che mi ha detto “sei un eroe”, questo è stato il momento più bello».

Da Corsi e Benvegnù a Troisi e Teti

Ancora su Sanremo, Brunori elogia la canzone e il talento di Lucio Corsi e ricorda, come fatto all’Ariston, Paolo Benvegnù. «Abbiamo sempre immaginato i cantautori relegati ad un passato che non sarebbe mai più tornato e invece avendolo vissuto da vicino sono contento se stia spostando l’attenzione su un universo che esiste, è vivo e può ancora raccontarci molte cose». E infine, dopo aver citato Massimo Troisi sulla parabola del successo «utile come grancassa», arriva il messaggio – ai nostri microfoni – da recapitare a Vito Teti. Che stamattina – sul Corriere della Calabria – ha dedicato un pensiero ed una profonda riflessione su Brunori e la Scirubetta di Proust. «Vito è stato incredibile, mi ha mandato il pezzo. Sono orgoglioso che lui, non solo per il suo spessore intellettuale ma anche per quello umano, abbia speso queste parole. Ha sottolineato come la mia modalità non sia folcloristica o macchiettistica ma è solo la ricerca – con ironia – di alcuni elementi collegati ad una diversa visione della cultura popolare. Sono felice che arrivi da lui questa certificazione e non vedo l’ora poi di dirglielo a voce, di persona». (f.benincasa@corrierecal.it)

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