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Venti anni fa l’addio a Calipari, il poliziotto calabrese che morì da eroe

L’uccisione per il “fuoco amico” americano per liberare la Sgrena a Bagdad. Mattarella: spiegazioni ancora non esaurienti

Pubblicato il: 04/03/2025 – 11:16
Venti anni fa l’addio a Calipari, il poliziotto calabrese che morì da eroe

ROMA Nicola Calipari moriva da eroe il 4 marzo di 20 anni a Baghdad, colpito da “fuoco amico” americano al termine di una rischiosissima operazione per la liberazione di Giuliana Sgrena, la giornalista del “Manifesto” rapita in Iraq. Il funzionario di polizia in servizio al Sismi era specializzato in “missioni impossibili”. Era stato sempre lui a condurre la trattativa che portò al rilascio di Simona Torretta e Simona Pari, a loro volta rapite in Iraq e liberate grazie alla mediazione dei nostri 007.

La morte al check point Usa

E’ la sera del 4 marzo del 2005: l’autovettura, una Toyota Corolla, sulla quale viaggiano Nicola Calipari, un altro agente dell’intelligence e Giuliana Sgrena si dirige verso l’aeroporto di Baghdad. La trattativa con i sequestratori è andata a buon fine, la giornalista italiana è stata liberata e ora si tratta solo di predisporre il volo di rientro in Italia. All’improvviso, la tragedia: una pattuglia militare della guardia nazionale statunitense è in servizio di vigilanza sulla ‘route Irish’, la strada che collega il centro di Baghdad con l’aeroporto. Il posto di blocco è stato approntato in previsione del passaggio di un convoglio con a bordo l’ambasciatore americano. Arriva la macchina con a bordo Calipari e finisce sotto il fuoco dei soldati Usa: lo 007 italiano muore sotto i colpi dei militari, Giuliana Sgrena rimane ferita.

Dalla questura di Genova al Sismi

La carriera in polizia di Nicola Calipari, nato a Reggio Calabria nel 1953, era iniziata nel 1979 alla questura di Genova, e poi era proseguita alla Squadra mobile di Cosenza. Prima del trasferimento al Sismi Nicola Calipari aveva lavorato alla Questura di Roma, in un primo momento alla sezione narcotici e poi come vice capo della Squadra Mobile. Successivamente Calipari era stato impegnato nella Criminalpol, allo Sco (Servizio centrale operativo) della Polizia di Stato e all’ufficio immigrazione del ministero dell’Interno. Nell’agosto del 2002 il passaggio al Sismi.

Il ricordo di Mattarella

«Nel giorno del ventesimo anniversario dell’uccisione di Nicola Calipari, la Repubblica rende onore al sacrificio di un valoroso dirigente del Servizio per le informazioni e la sicurezza militare, che ha perso la vita in una difficile missione a Baghdad, conclusa con il salvataggio di un’italiana rapita. È questo un giorno di memoria e raccoglimento, in cui desidero esprimere anzitutto i sentimenti più intensi di vicinanza alla famiglia e a quanti hanno operato con Calipari e gli sono stati vicini». Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Servitore dello Stato, quando venne colpito a morte, portava in salvo la giornalista Giuliana Sgrena, in quella che era l’ennesima missione compiuta per il recupero di connazionali. Se le spiegazioni delle circostanze che hanno causato la sua morte permangono tuttora non esaurienti, risalta, invece, la generosità estrema di Calipari – ricorda il Capo dello Stato – che alla scarica di proiettili ha fatto scudo con il proprio corpo per sottrarre al rischio la persona che era riuscito a liberare. Un gesto di eroismo, iscritto nella storia della Repubblica».

Occhiuto: «Servitore dello Stato che ha sacrificato la propria vita»

«Vent’anni fa veniva ucciso Nicola Calipari, un servitore dello Stato, un calabrese che ha sacrificato in modo eroico la propria vita per portare in salvo la giornalista Giuliana Sgrena, sequestrata dalla Jihad islamica. La sua storia sia di ispirazione per le generazioni future». Lo scrive su X Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

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