CASALI DEL MANCO Sono circa 700 i dosimetri previsti nel Comune di Casali del Manco, centro della Sila, necessari a rilevare la presenza di gas radon. il progetto avviato in sinergia da Arpacal, Asp di Cosenza e dall’Amministrazione comunale guidata dalla sindaca Francesca Pisani mira a tutelare la salute dei cittadini. «Nell’ottica di una necessaria attività di informazione e divulgazione, l’Ente ha avviato un ciclo di incontri con l’obiettivo di sensibilizzare sui rischi e i pericoli di un gas classificato come cancerogeno nel “Gruppo 1” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità», precisa la prima cittadina.
«Il radon causa morti, è pericoloso negli ambienti indoor e c’è una correlazione diretta dell’aumento della concentrazione di radon con i famosi cappotti termici. Laddove non si è tenuto conto di questo aspetto, da misura sperimentale, abbiamo osservato che il rischio è aumentato di circa 20-30% in alcuni casi», racconta al Corriere della Calabria Salvatore Procopio dell’Arpacal: l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Come possiamo accorgerci della presenza o meno di radon? Come possiamo proteggerci? «Si parla di radioattività naturale. La misurazione si può verificare soltanto tramite una misurazione fatta da esperti e professionisti. Individuati eventuali superamenti della soglia, si passa al contrasto dei rischi. Che non si traduce nell’abbattimento degli edifici o delle case, ma si introducono spesso delle modifiche leggere anche con costi quasi irrisori e si favoriscono ventilazioni forzate». «Il radon è cancerogeno» ripetono spesso i relatori nel corso dell’incontro ospitato nell’ex sala della Comunità montana di località Spezzano Piccolo e può «causare l’insorgere del tumore al polmone».
Il comune di Casali del Manco ha aderito al progetto “Il Radon”. Come dicevamo l’obiettivo è duplice: informare e rendere i cittadini maggiormente consapevoli dei possibili rischi e lavorare per intervenire in caso di necessità con lavori di adeguamento degli edifici “minacciati” dal gas. «Il progetto si lega ad una consapevolezza, dettata dall’esperienza pregressa, e presente nel Piano Nazionale di Azione Radon. Questo territorio è purtroppo caratterizzato (potenzialmente) da un’alta attività di questo “gas nobile”. L’idea è di monitorare il territorio in maniera costante, anche perché molto esteso», racconta ai nostri microfoni Fiorello Martire, fisico e responsabile del progetto. «Negli anni, i possibili effetti del gas radon sono stati assolutamente sottovalutati. Basti pensare che soltanto a fine degli anni ’90 è stato classificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come cancerogeno del primo gruppo riferito solo al tumore al polmone. Esistono una serie di studi che fanno riferimento ad altre potenziali patologie», chiosa il fisico.
Al tavolo dei relatori erano presenti, tra gli altri, il Dg di Arpacal Michelangelo Iannone; Il direttore sanitario dell’Asp di Cosenza Martino Rizzo; il medico chirurgo Francesco Tarsitano; Gianluca Ferraro assessore all’ambiente di Casali del Manco e la vicesindaca del comune Arsenia De Donato. Per Iannone «discutere di gas radon vuol dire affrontare una questione di sanità, e fino a qualche anno fa si negava l’esistenza». Il dottore Tarsitano, invece, si è soffermato sulle connessioni e le ripercussioni sulla salute dovute al gas radon. «Si tratta della prima causa di tumore al polmone dopo il fumo, in Italia si stimano – ogni anno – 3.200 casi di tumore legato al gas radon. In Calabria almeno 26 casi sono collegati e collegabili agli effetti provocati dal gas». (f.benincasa@corrierecal.it)
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