COSENZA Cosenza calcio ancora una volta bocciato. Anche il Tar del Lazio oggi ha respinto il ricorso presentato dalla società del patron Eugenio Guarascio che aveva chiesto la sospensiva del provvedimento adottato dalla giusitizia sportiva in tre gradi di giudizio sulla penalizzazione (di 4 punti) inflitta per il mancato versamento delle ritenute Irpef e dei contributi Inps nella scorsa stagione. Il Collegio presieduto da Michelangelo Francavilla ha confermato la decisione del Tribunale Federale Nazionale, a cui erano seguite nei mesi scorsi quelle della Corte Federale d’Appello della Figc e del Collegio di Garanzia del Coni. La società rossoblù era difesa dai legali Filippo Lattanzi e Francesco Caputo.
Nello specifico, il Tar, nella sua ordinanza, pur riconoscendo l’esistenza di un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Ue sulla compatibilità tra la normativa nazionale e il principio di tutela giurisdizionale effettiva, ha ritenuto che non sussistano i presupposti per concedere misure cautelari.
Secondo i giudici, manca il “periculum in mora”, cioè il pericolo concreto e attuale derivante dalla mancata sospensione dell’atto, «in primo luogo, perché l’eventuale sospensione degli atti impugnati non avrebbe un’incidenza rilevante sull’attuale classifica del campionato di serie B, poiché il Cosenza Calcio Srl rimarrebbe, pur sempre, ultimo in classifica (in merito, si sottolinei che la prima posizione utile, ai fini della salvezza, è nel campionato di serie B di calcio la quartultima); inoltre, quale aspetto assorbente, risultano, allo stato, prevalenti gli intessi della Figc e delle squadre controinteressate, tenuto anche conto dell’attuale quadro giuridico; è, infatti, evidente che l’eventuale sospensione della sanzione dei 4 punti comminata al Cosenza Calcio Srl a così ravvicinata distanza dalla fine del campionato di serie B potrebbe pregiudicare l’ordinario ed armonioso svolgimento della competizione, potendo anche minare la regolare celebrazione degli spareggi (play out) di fine stagione». Inoltre, il Tar ha ritenuto corretta l’applicazione del Codice di Giustizia Sportiva da parte degli organi competenti: le azioni dolose attribuite al rappresentante legale del club, infatti, giustificano la responsabilità diretta della società ai sensi dell’articolo 6 del Cgs. A ciò si aggiunge il fatto che il modello organizzativo del club non appare idoneo a prevenire il tipo specifico di illecito contestato. Anche in caso di riconoscimento di una violazione, la conseguenza sarebbe solo una riduzione parziale della sanzione, con un impatto minimo sulla classifica. Questo rafforza ulteriormente, secondo il Tar, l’assenza del periculum necessario per concedere la sospensione.
Quella di oggi può essere definita, dunque, la mazzata definitiva nei confronti del club silano (anche se si potrebbe ancora ricorrere al Consiglio di Stato), e di conseguenza della tifoseria, dopo una stagione a dir poco travagliata.
Contro il ricorso del Cosenza si erano costituiti Figc, Coni e nove società (Brescia, Carrarese, Cittadella, Frosinone, Mantova, Reggiana, Salernitana, Sampdoria e Sudtirol), tutte in lotta per evitare la retrocessione.
Indubbiamente quest’anno la penalizzazione di 4 punti ha condizionato in maniera decisiva il percorso della squadra rossoblù, già comunque di suo poco attrezzata tecnicamente per affrontare al meglio il campionato di serie B. Dunque, a cinque giornate dalla fine del campionato cadetto, il Cosenza è sempre ultimo a 27 punti, distanziato di ben otto lunghezze dalla zona playout. Per raggiungerla servirebbe molto più di un miracolo sportivo. Dopo il rinvio della 34esima giornata al prossimo 13 maggio per la morte di Papa Francesco, domani 25 aprile i Lupi saranno di scena a Salerno per sfidare la compagine granata.
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