La Calabria è ormai da diverso tempo il «motore» del “Grande Oriente d’Italia” ma è anche la regione che, seppur sensibilmente, continua a crescere in rapporto alla popolazione maggiorenne di soli uomini. A proposito di iscritti, nel 2024 sono stati in tutto 2.606 contro i 2.584 dell’anno precedente. Questo quanto emerso da un’analisi del Sole 24 Ore sui dati diffusi da Emanuele Melani, Gran segretario del Goi.
Sono proprio i numeri a lasciare intendere come la Calabria sia per il Goi fondamentale. Anche perché – sempre secondo i dati ufficiali – il numero dei massoni del Grande Oriente residenti in Calabria doppia quello dei preti cattolici secolari che sono 1.088, che diventano 1.355 solo se si aggiungono quelli regolari (vale a dire che fanno parte di comunità religiose cattoliche, che seguono una regola e che si distinguono dal clero secolare, composto da vescovi, presbiteri e diaconi che non sono vincolati da una regola monastica).
In Calabria – a partire dalla sempre fertile culla della provincia di Vibo Valentia – c’è un fratello ogni 289 maschi maggiorenni (si veda grafico con i dati di tutta Italia).
Numeri ancora più significativi se si considera che in Calabria c’è anche la Gran Loggia regolare d’Italia (con 15 logge), la Gran Loggia d’Italia-Alam (quattro Orienti), oltre a decine di obbedienze semi-sconosciute che, di fatto, dipingono una Calabria «in servizio permanente effettivo di massoni» che, per lo più, sono nella classe dirigente a tutti i livelli e tra i professionisti (medici, dentisti, avvocati, commercialisti, ingegneri ecc ecc).
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