LAMEZIA TERME Prevenzione, innovazione, presenza sul territorio e alleanze operative: anche per il 2025, alla luce dei positivi riscontri della campagna “Tolleranza Zero”, la Regione mette in campo una strategia “integrata” per dichiarare guerra al fuoco che distrugge i boschi della Calabria. Dalla logica dell’emergenza a una visione integrata, basata sulla prevenzione attiva, sull’uso avanzato della tecnologia e su strumenti come i droni e su una su una governance multilivello sempre più strutturata, con il coinvolgimento di numerosi attori: su queste linee si muove il Piano di lotta antincendi-Piano Aib per il 2025, adottato nei giorni scorsi dalla Giunta regionale guidata dal presidente Roberto Occhiuto su proposta dell’assessore Gianluca Gallo (il Piano è allegato alla fine di questo articolo).
Il “perno” resta il progetto “Tolleranza Zero”, che – si legge nel Piano Aib – «rappresenta l’asse politico-operativo attraverso cui la Regione Calabria ha deciso di rafforzare il presidio del territorio, garantendo il rispetto delle normative ambientali, forestali e urbanistiche. Grazie all’impiego di tecnologie all’avanguardia, sono stati avviati controlli sistematici e mirati, che hanno portato a numerose segnalazioni e all’attivazione di interventi di bonifica, repressione e prevenzione. Il progetto si fonda su una filosofia d’azione chiara: prevenzione ove possibile, intervento diretto ove necessario. Costituisce un investimento concreto nella sicurezza ambientale, nella legalità e nella tutela del patrimonio naturale regionale». Secondo quanto riporta il documento, in questi ultimi tre anni la strategia ha portato a risultati assolutamente ragguardevoli: nel 2024 la macchia mediterranea, percorsa dal fuoco e diminuita del 45% rispetto al 2023 e di oltre il 77% rispetto al 2021, nonostante le condizioni climatiche particolarmente avverse (temperature elevate e siccità prolungata nei mesi estivi), e ancora nel 2024 segnalati 394 incendiari rispetto ai 22 di due anni prima. «Il Sistema Aib Calabria si è evoluto in un modello operativo riconosciuto come best practice dai Peer europei che hanno condotto attività di review tecnica sul tema degli incendi boschivi, confermando l’efficacia dell’integrazione tra tecnologie avanzate, azione territoriale e governance multilivello», riporta il Piano Aib. Anche a livello nazionale il progetto “Tolleranza Zero” ha rappresentato un modello, per come evidenziato in diverse occasioni anche dal ministro della Protezione civile Musumeci e dal capo Dipartimento della Prociv Ciciliano.
Cuore della strategia è anche la Piattaforma Gemello Digitale, che – prosegue il Piano – «raccoglie, integra e restituisce dati provenienti da diverse fonti. Questa infrastruttura consente di agire lungo cinque direttrici operative, che nel 2025 verranno mantenute e rafforzate: 1. Raccolta dati (Collection): monitoraggio continuo del territorio con droni, satelliti e input esterni; 2. Analisi e valutazione (Processing & Analysis): elaborazione dei dati per individuare aree a rischio e focolai attivi; 3. Interpretazione e previsione (Assessment & Prediction): simulazioni della propagazione del fuoco; 4. Condivisione e coordinamento (Dissemination): trasmissione delle informazioni a sale operative, squadre Aib e Protezione Civile; 5. Supporto alle decisioni (Decision Support): pianificazione mirata degli interventi e ottimizzazione delle risorse. A completare e rafforzare questa struttura, nel 2025 sarà attivato un nucleo di analisti con competenze multidisciplinari, in grado di: interpretare in tempo reale i dati raccolti dalla piattaforma, ipotizzare le dinamiche di sviluppo degli incendi in base alle condizioni ambientali e alle caratteristiche del territorio, integrare quotidianamente il bollettino sperimentale di pericolosità con considerazioni operative e indicazioni specifiche per le aree più sensibili. Tuttavia, l’innovazione digitale non può prescindere da interventi concreti sul campo. Una priorità assoluta resta infatti la gestione del combustibile, spesso fattore determinante nell’innesco e nella propagazione degli incendi». Per questo, il Piano 2025 «prevede una campagna di sensibilizzazione capillare rivolta a cittadini, enti locali, operatori e proprietari privati, con focus sulle zone più a rischio, identificate tramite dati storici e indicatori ambientali; la programmazione di interventi mirati nelle aree a rischio (pulizia del sottobosco, sfalcio scarpate, creazione fasce tagliafuoco); l’indirizzamento dei lavori in convenzione con gli enti sub-regionali, calibrando gli interventi sul livello di rischio reale. Nel 2025, il sistema Aib Calabria consoliderà quanto costruito, elevando il livello di integrazione tra prevenzione, previsione e intervento, adottando un approccio basato su dati, analisi e tempestività. Il monitoraggio sarà ancora più capillare, le informazioni più condivise e l’azione sul campo più mirata ed efficace».
Elemento chiave del sistema – spiega poi la Regione nel Piano Aib 2025 – è «l’utilizzo di droni equipaggiati con sensori avanzati (ottici, termici, multispettrali), in grado di acquisire dati georeferenziati ad alta precisione. Le principali attività includono: la ricognizione di aree a rischio ambientale, come discariche abusive, corsi d’acqua e zone boscate; la prevenzione degli incendi mediante sorvoli sistematici e rilevamenti termici; il monitoraggio in tempo reale di eventi critici o situazioni di emergenza». Per quanto attiene il servizio aereo regionale impiegato nelle operazioni di ricognizione e spegnimento incendi, supportato dalla flotta aerea di Stato, a disposizione ci sono 4 elicotteri limitatamente al periodo di massima pericolosità (circa 120 giorni), e per la restante parte dell’anno un solo elicottero polifunzionale. Le basi previste in progetto da allestire saranno: “Calabria Centro” da allestire nel comune di Catanzaro in località Germaneto, presso la sede della Protezione civile regionale; “Calabria Sud” da allestire nel territorio della Citta Metropolitana di Reggio Calabria, in posizione utile per salvaguardare prioritariamente il territorio all’interno del Parco nazionale dell’Aspromonte; “Calabria Nord Orientale” da allestire nel territorio della Provincia di Cosenza, in posizione utile per salvaguardare la parte alta orientale della provincia di Cosenza; “Calabria Nord Centro e Occidentale” da allestire nella provincia di Cosenza, in posizione utile per salvaguardare principalmente il territorio all’interno del Parco nazionale della Sila e la parte alta occidentale della provincia di Cosenza.
Strategico poi il ruolo della Control Room insediata alla Cittadella, Control Room che – si sottolinea – «rappresenta la cabina di regia da cui vengono coordinate le attività di monitoraggio, ed è dotata di postazioni operative per la gestione dei voli e dei flussi streaming; accesso completo al WebGis e al gemello digitale; sistemi di comunicazione integrati con Protezione civile, forze dell’ordine e vigili del fuoco; strumenti per l’analisi e la refertazione dei dati acquisiti. Il personale tecnico regionale cura la pianificazione delle missioni, l’interpretazione dei dati raccolti e il coordinamento degli operatori sul campo. Il sistema e attivo durante tutto l’anno, grazie a squadre regionali composte da piloti, tecnici e analisti. Durante il periodo estivo, in coincidenza con la Campagna Antincendio Boschivo (Aib), le attività vengono potenziate attraverso: il coinvolgimento di associazioni di volontariato dotate di droni e appositamente formate; l’impiego di professionisti esterni accreditati, in supporto al personale regionale; l’ampliamento della rete di telecamere fisse nelle aree a maggiore rischio. Questa architettura operativa flessibile – rimarca la Regione – consente un adattamento dinamico alle diverse condizioni stagionali, garantendo una sorveglianza efficace, tempestiva e continua del territorio calabrese».
La lotta agli incendi boschivi infine mette in rete diversi soggetti: Regione Calabria, Azienda Calabria Verde, Dipartimento nazionale della Protezione Civile – Coau, Arma dei carabinieri (territoriale e forestale), Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, enti gestori delle aree naturali protette, Comuni, associazioni ambientaliste e/o di volontariato, Arsac, Consorzio unico di Bonifica della Calabria. Le attività regionali di prevenzione e lotta agli incendi boschivi sono demandate all’azienda Calabria Verde con il supporto della Protezione civile regionale. (a. cant.)
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