Unità interna e messaggi agli alleati. Il Pd Calabria e lo “snodo” del congresso
Tra una settimana l’investitura unitaria del riconfermato Irto in un appuntamento spartiacque. Le sfide – interne ed esterne – dei dem

LAMEZIA TERME Non sarà una pura formalità. Per quanto l’esito sia ormai scontato sul piano nominativo e degli equilibri interni – Nicola Irto riconfermato segretario regionale praticamente all’unanimità come anticipato dal Corriere della Calabria – il congresso regionale del Pd Calabria in programma nel prossimo fine settimana non sarà, o non dovrebbe essere, una semplice ratifica burocratica. Sarà, invece, uno snodo politico significativo, molto significativo, sotto diversi aspetti, per quanto riguarda il complessivo assetto politico della Calabria. Fronte centrosinistra ma anche centrodestra. Perché la stagione congressuale del Pd Calabria è in realtà uno spartiacque, tra il prima del Pd e non solo, l’oggi del Pd e non solo, e il domani del Pd e non solo. Sfide all’orizzonte, per i democrat calabri, sfide che si riverbereranno anche oltre i confini del partito. Intanto, un primo dato: il nome di Irto, segretario regionale riconfermato (era l’unico candidato), suggella una ritrovata unità tra tutte le anime, in genere molto rissose, del Pd. Una unità a sua volta suggellata al Nazareno con l’imprimatur anche della segreteria guidata da Elly Schlein, la leader dei democrat alla quale Irto si è agganciato con una progressiva marcia di avvicinamento e di riallineamento (al congresso nazionale Irto sostenne il competitor della Schlein, Stefano Bonaccini). Una unità suggellata anche da un rinnovato senso di maturità del gruppo dirigente del Pd calabrese, che con Irto non sempre ha avuto in questi ultimi anni un rapporto lineare (registrati infatti diversi scollamenti tra segretario e gruppo alla Regione) ma che in vista del congresso – osservano gli analisti – ha soffocato gli impulsi “cannibaleschi” e “tafazziani” e si è ricompattato sul nome del segretario uscente guardando anche all’orizzonte, che presenta una partita che supera tutte le altre: la costruzione dell’alternativa al centrodestra per tornare alla guida della Regione. Un interesse superiore a tutti gli altri, evidentemente, talmente superiore da indurre i vertici dem a scegliere una strada unitaria in modo da rafforzare il ruolo dello stesso Irto.

Le difficoltà e le prospettive
Certo, il processo di “rigenerazione” che Irto quattro anni fa ha avviato appena eletto segretario non si è ancora completato, e nel percorso congressuale non sono mancati scivoloni e tensioni nel tesseramento e nella composizione delle liste, ma in passato si è visto anche di peggio e oggi il Pd calabrese non è sicuramente quello delle sconfitte in serie del 2020 e del 2021. Lo confermano le vittorie del centrosinistra nei principali Comuni della Calabria, anche se poi le amministrazioni che ne sono scaturite non sembrano essere state all’altezza delle aspettative: problemi infatti si registrano a Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria e ora anche a Vibo, con un Pd che stenta a recitare un ruolo davvero da protagonista, registrando spaccature intestine e entrando spesso in collisione con i sindaci, persino con un sindaco iscritto allo stesso Pd, Giuseppe Falcomatà a Reggio Calabria. Ma questo vulnus nasce anche dalle indubbie difficoltà del Pd nei vari territori, e infatti la linea che sta emergendo in queste settimane è che se il congresso regionale filerà liscio quelli provinciali, in programma dopo le Amministrative ed entro metà giugno, non saranno affatto lisci: lì si attendono i cambiamenti più profondi, secondo fonti accreditate sicuri a Cosenza e Reggio ma possibili anche nelle altre federazioni. E la segreteria unitaria di Irto – spiegano gli addetti ai lavori – è stata concretizzata proprio per dare al leader del Pd regionale la piena legittimazione a non andare più per il sottile. Perché se è vero che il Pd governa- in coabitazione ma sempre con un ruolo baricentrico – nelle principali città calabresi è anche vero che rischia di vedere interrotta questa filiera (e le elezioni di Lamezia a esempio sotto questo aspetto sono un banco di prova molto serio). Ma il congresso regionale del Pd è uno snodo fondamentale anche, se non soprattutto, all’”esterno” del Pd, laddove la traiettoria è quella che porterà alle prossime Regionali. I democrat restano il partito traino del campo progressista più o meno largo, un campo che in Calabria finora, sul piano elettorale, ha anche funzionato abbastanza bene laddove si è realizzato ma è sempre soggetto alle dinamiche territoriali e a scelte non sempre politicamente coerenti (il caso esemplare è Rende, dove il centrosinistra è tricefalo, con il Pd sostiene il giovane candidato Giovanni Bilotti intruppato in un’alleanza traversale molto strana e corre contro il socialista Sandro Principe e la M5S Rossella Gallo, ma Rende non è il solo caso). Per quanto le Comunali rispondono a logiche particolari e molto civiche (e personalistiche), non sfugge il dato di un Pd che in molte realtà non ha al proprio fianco M5S, o Avs o i socialisti. A Lamezia il campo è larghissimo perché c’è persino Azione, altrove il campo semplicemente non c’è. In vista delle Regionali chiaramente la riflessione dovrà essere riaperta su basi diverse e lo stesso Irto spesso l’ha dichiarato lanciando l’idea di una “grande alleanza calabrese” dopo queste elezioni e non cadendo nella trappola di esporsi già sulla paternità dem alla candidatura a presidente. Che è uno dei temi ma non è l’unico tema, perché il centrosinistra deve sicuramente trovare un amalgama credibile che probabilmente dovrà anticipare anche la scelta nominalistica. Intanto, il M5S ha già lanciato l’Opa sul candidato e anche Avs con Angelo Bonelli chiede spazio, ma, al di là del fatto che comunque la casella Calabria sarà da inquadrare in uno scacchiere nazionale, è evidente che il Pd farà sentire tutto il proprio peso, che è sicuramente preponderante, avendo poi anche diversi assi da calare sul tavolo (giusto un paio di nomi a mo’ di esempio, lo stesso Irto o Falcomatà, che peraltro si è già “manifestato” in questa direzione). E anche sotto questo aspetto un congresso regionale unitario come quello del prossimo fine settimana – dice più di un osservatore – è anche un modo per i dem di dare un segnale di forza agli alleati. (a.cantisani@corrierecal.it)
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