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«Curarsi in Calabria è possibile, ma è importante intercettare i pazienti in poco tempo» – VIDEO

Giusy Marrazzo, diretto medico dell’Uoc di Pneumologia alla Dulbecco: «Fondamentale la presa in carico del paziente dall’inizio alla fine»

Pubblicato il: 06/06/2025 – 15:07
«Curarsi in Calabria è possibile, ma è importante intercettare i pazienti in poco tempo» – VIDEO

PIZZO «Una migrazione sanitaria al contrario è possibile». A dirlo è Giusy Marrazzo, direttore medico dell’Uoc di Pneumologia della Renato Dulbecco, a margine dell’evento “Curarsi è prendersi cura” organizzato dal gruppo editoriale del Corriere della Calabria a Pizzo. Un caso emblematico è quello di Rita Puglisi, paziente con nodulo polmonare che impossibilitata a curarsi a Roma è riuscita a farlo in Calabria, nel reparto della dottoressa Marrazzo. «È venuta alla nostra attenzione grazie alla collaborazione tra Università Magna Graecia e la Sapienza di Roma. Occorreva fare questo tipo di prelievo bioptico che in quell’ospedale di Roma non era possibile fare. Noi l’abbiamo contattata con una videochiamata per conoscerci e affinché ci confrontassimo sulle modalità di esecuzione della procedura». Da qui il volo fino a Lamezia e poi al Policlinico di Catanzaro, dove «ha potuto constatare l’ottima gestione della sua patologia», come ha lei stesso raccontato nei giorni scorsi sul Corriere della Calabria. «Si tratta di un trattamento non di primo livello, ovvero che può essere presente in tutti gli ospedali, ma di una broncoscopia di terzo livello. Averlo in Calabria è una cosa di cui andare fieri».

Un esempio di migrazione sanitaria al contrario

Una testimonianza di migrazione al contrario: «La Dulbecco è dotata di tutte le strumentazioni necessarie per fare la diagnosi e la terapia del nodulo al polmone, siamo sicuramente all’altezza di questo tipo di problematiche. Spesso i calabresi non hanno fiducia nei propri medici, ma se si riesce ad intercettarli in pochissimo tempo, inserendoli in un percorso, allora possiamo trattenerli in Calabria». In questo percorso di cura è fondamentale, spiega la dottoressa Marrazzo, «la presa in carico dall’inizio alla fine. Prendiamo per mano i pazienti e li accompagniamo passo dopo passo nel loro percorso, dalla diagnosi alla terapia. L’umanizzazione è un elemento imprescindibile della nostra professione. La competenza è il primo passo, ma questa deve essere accompagnata dall’empatia, dalla comprensione nei confronti dei pazienti. Io credo non ci sia nulla di più democratico e legalitario della malattia, per cui è un diritto dei cittadini potersi curare a qualsiasi latitudine nello stesso modo». (ma.ru.)

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