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I narcos della ‘ndrangheta «all’assalto» del porto di Livorno

I dati del Report dell’Osservatorio regionale della legalità della Toscana. Lo scalo livornese «snodo di traffici illeciti a livello internazionale»

Pubblicato il: 10/06/2025 – 18:05
I narcos della ‘ndrangheta «all’assalto» del porto di Livorno

FIRENZE Il narcotraffico «una delle fonti di reddito dirette» che garantisce rapporti di cooperazione tra Cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra con l’approvvigionamento di grossi quantitativi su larga scala. In questo contesto il porto di Livorno rappresenta uno «snodo strategico», «tra le principali porte di ingresso del narcotraffico ad opera soprattutto della ’ndrangheta, la grossista dell’Europa». E’ quanto emerso questa mattina a Firenze alla presentazione del rapporto dell’Osservatorio regionale della legalità, da cui emerge una commistione di interessi in Toscana tra diverse organizzazioni mafiose e criminali italiane e straniere, come viene evidenziato anche dalla Relazione per l’anno 2023 della Direzione Investigativa antimafia. «Tra le forme criminali da tenere in stretta considerazione», si legge nel Rapporto, c’è quella di origine cinese, che ha portato alla cosiddetta “guerra della grucce”, con tentati omicidi, bombe incendiarie in Italia e in Spagna. Episodi che hanno portato, solo negli ultimi mesi, a sei arresti in Calabria, in Sicilia e in Veneto.
Tra i clan più attivi ci sono i gruppi calabresi, campani e siciliani, ma anche albanesi, romeni, cinesi, magrebini e nordafricani. Significativo il ruolo rivestito dalla ‘ndrangheta soprattutto nei traffici di droga. L’organizzazione criminale calabrese – come emerge dal Rapporto – rappresenta per quella siciliana un «canale preferenziale» soprattutto per l’acquisto di cocaina.

Il porto di Livorno «snodo strategico» per il narcotraffico

Capitolo specifico per il porto di Livorno, considerato «snodo di traffici illeciti a livello internazionale», riconducibili alla camorra, alla ‘ndrangheta, ai clan mafiosi siciliani, alle organizzazioni pugliesi e laziali». E «non manca la presenza di organizzazioni straniere, in particolare albanesi, per il traffico di droga, e nigeriane». Relativamente ai traffici nello scalo portuale, si evidenzia, inoltre, che risulta essere «in asse con i porti del centro e sud America», ma anche «con i porti di Genova e Gioia Tauro». Significativa – come evidenzia il rapporto – l’operazione condotta dalla Guardia di Finanza e del reparto antifrode dell’ufficio delle Dogane che «ha colpito il traffico di droga lungo l’asse Ecuador-Livorno gestito dai clan albanesi con sequestro di oltre due tonnellate di cocaina».
A lanciare l’allarme sul punto, nel corso della presentazione, è stato il presidente dell’Osservatorio Don Andrea Bigalli, sottolineando, riguardo al porto di Livorno, come sia «da tempo tra le principali porte di ingresso del narcotraffico ad opera soprattutto dell’ndrangheta, la grossista dell’Europa».
«Chiedo da tempo alla Regione – ha detto – di finanziare, anche tramite i lavori dei vari Osservatori, non ultimo quello che presiedo, un’analisi seria sul rapporto fra mafie straniere, mafie italiane e comunità straniere locali, perché, va ricordato sempre, le mafie straniere agiscono solo sotto l’egida delle mafie nazionali». (m.r.)

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