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la ricostruzione

La pistola puntata contro il medico, lo “scherzo” del factotum del boss Iannazzo

L’arma alla pancia del dentista come gesto goliardico, ma anche intimidatorio per fare capire «chi comanda». E poi la sfida ai Carabinieri: «Con loro ci gioco»

Pubblicato il: 14/06/2025 – 17:58
di Giorgio Curcio
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La pistola puntata contro il medico, lo “scherzo” del factotum del boss Iannazzo

LAMEZIA TERME Uno scherzo di cattivo gusto per veicolare un chiaro messaggio intimidatorio. E dimostrare che la cosca Iannazzo e i suoi fedeli sodali a Lamezia “comandavano” ancora. Una ricostruzione, quella dei Carabinieri di Lamezia Terme, effettuata grazie ad una serie di intercettazioni che hanno riguardato Francesco Amantea (cl. ’56) e considerato dalla Dda di Catanzaro «partecipe» della cosca, ma anche «autista e factotum del capocosca Francesco Iannazzo», «veicolando messaggi e comunicazioni da e verso di lui, eseguendone materialmente gli ordini e portando imbasciate a privati cittadini e imprenditori». Il gip Sara Merlini per Amantea ha disposta la misura della detenzione in carcere nel corso dell’ultima operazione eseguita sul campo dai Carabinieri di Lamezia Terme.


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La pistola alla pancia

Gli inquirenti grazie ai dialoghi captati hanno messo in fila una serie di episodi emersi da una conversazione. È lo stesso Amantea, infatti, a raccontare un episodio avvenuto qualche anno prima mentre conversa con un amico. Nel mirino dello “scherzo” sarebbe finito un dentista non indentificato, al quale Amantea avrebbe «puntato una pistola alla pancia mentre stava sostenendo una visita dentistica». Una mossa, quella di Amantea, in risposta al medico che, a detta sua, negli ultimi appuntamenti avrebbe continuato a scherzare con lui, dicendogli “qualche giorno ti rompo una gamba” oppure “ti faccio pagare tutto quello che mi fai!”. Insomma, frasi goliardiche quelle del medico che, evidentemente, aveva sottovalutato lo spessore criminale del paziente. Perché, come raccontato dallo stesso Amantea, a quel punto, avendo la pistola addosso, «gliel’ho messa alla pancia» e il dentista gli avrebbe risposto «Togli questo dito!» e «io gli ho detto: “toglilo tu!”».

La proposta del bis

Secondo gli inquirenti della Dda di Catanzaro, trovando divertente lo scherzo fatto al dentista, Francesco Amantea si era proposto di replicare la stessa intimidazione ad un altro medico nel caso in cui, nel corso di qualche incontro, «fosse in vena di irresistibili scherzi di questo genere», annotano gli inquirenti. «(…) glielo faccio pure a lui… quando vedo che è in vena di coglioneggiare…» e ancora: «prendo la pistola e gli dico “dottore, vediamo come fate!” e lo faccio scappare da casa!».


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«I Carabinieri li prendo per il cu*o»

Nella stessa conversazione intercettata dagli inquirenti, inoltre, tanto per essere ancora più chiaro, lo stesso Amantea avrebbe spiegato di «essere in possesso di una pistola occultata talmente bene che sarebbe stato difficile anche per le forze dell’ordine rinvenirla durante eventuali perquisizioni», annota la pg. «A me» dice Amantea «non hanno fatto mai impressione i Carabinieri, né Finanza, né Polizia e neanche i mafiosi». E rilancia: «Poi coi Carabinieri ci gioco, li prendo pure per il culo…». Come spiega ancora nella conversazione, Amantea si mostra sicuro di non essere arrestato perché, a detta sua, ci vogliono le prove e devono trovare la pistola. Una sorta di sfida lanciata a distanza da Amantea: «vienitela a trovare, se la trovi mi arresti». (g.curcio@corrierecal.it)

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