«L’ospedale all’Unical è un imbroglio, il Policlinico si faccia a Cosenza»
Il circolo Pd: per Arcavacata manca la copertura mentre all’Annunziata ci sono già specializzandi, ordinari dell’ateneo come primari e studenti di Medicina

COSENZA Sostegno al Policlinico ma non desertificazione della sanità nel capoluogo e nell’area urbana. È la posizione emersa ieri sera nel corso di una riunione al circolo Pd “Marica Zuccarelli” di Cosenza. Soprattutto, nessuna guerra di campanile con Rende. I dem di Cosenza hanno semmai lamentato l’assenza, finora, dell’Azienda ospedaliera (che, nonostante i 20 milioni di debito accumulati ogni anno dovrebbe pagare i mutui Inail) e hanno rivelato la presenza di uno studio di fattibilità milionario già quasi pronto che rischia di rimanere tale visto che «non ci sono i soldi per la realizzazione» dell’opera. Tra le anomalie della vicenda anche il mancato coinvolgimento del Comune di Cosenza, dove domani pomeriggio si terrà un Consiglio aperto cui è stato invitato anche il presidente Occhiuto.
Ipotesi Vaglio Lise superata dai fatti
Se pare che i dem sono ormai definitivamente orientati a non restare ancorati all’opzione Vaglio Lise ormai accantonata e superata dai fatti (il passaggio in Consiglio comunale a Rende e la successiva firma dell’accordo a Germaneto), più d’uno ricorda che già adesso molti primari dei dipartimenti sono ordinari Unical – per non parlare degli specializzandi all’Annunziata – dunque non sarebbe da escludere un Policlinico all’Annunziata, vista anche la presenza di parte della facoltà di medicina nel capoluogo; di qui l’invito alla Regione ad accelerare anche sul riconoscimento dell’Azienda ospedaliera universitaria all’Annunziata.
L’esito della riunione aperta da Gabriele Petrone alla presenza degli iscritti tra i quali i capigruppo alla Provincia e al Comune (Giuseppe Ciacco e Francesco Alimena) è un documento da consegnare al consiglio comunale di domani.
Caligiuri: «Imbroglio politico e lessicale»
Per la segretaria di circolo Rosi Caligiuri siamo di fronte a «un imbroglio politico e lessicale: nelle 7 pagine dello schema di accordo (approvato a Rende e firmato in Regione) non compare mai la parola Policlinico, solo ospedale e hub. Di fatto è il trasferimento dell’Annunziata da Cosenza a Rende. Così ci vendono un sogno di modernità senza spiegare cos’accadrà all’ospedale di Cosenza. Che ne sarà della medicina d’urgenza e dei reparti nella fase di transizione? La cittadinanza di Cosenza – attacca Caligiuri – ha subìto la scelta senza partecipare e contare in questa discussione. Noi siamo favorevoli al policlinico in ottica facoltà di medicina, con ricerca didattica e integrazione accademica, altra cosa è svuotare il nosocomio e desertificare la sanità bruzia. E i costi? Il fondo Inail è nazionale, bisogna capire che cifra sarà destinata al nuovo ospedale. Non si sacrifichino una città intera e un territorio in nome di una vetrina accademica a discapito di Cosenza. Servono trasparenza, verità e rispetto per la salute e la cura dei cosentini».
Bruno Bossio: «Ruolo ancillare dell’Unical che darà solo i terreni»
Enza Bruno Bossio parla di «ruolo ancillare dell’università, che al massimo darà solo la sede a un hub e non a un Policlinico». L’Unical – aggiunge – viene citata solo per la cessione dei terreni, né si parla di Medicina. Si tratta di una «mera trasposizione da Vaglio Lise ad Arcavacata. Mancano il progetto esecutivo e il bando. Stanno facendo il gioco delle tre carte e finirà che non avremo il Policlinico universitario che invece ha Catanzaro. Peraltro mezza facoltà di Medicina è a Cosenza – argomenta Bruno Bossio – dunque la via d’uscita è realizzare il Policlinico a Cosenza, visto che sull’hub di Rende non faranno passi indietro e a maggio potrebbe esserci già la gara per la realizzazione, al netto delle coperture economiche. Principe stavolta non ha protestato – come ha fatto invece per la città unica – ma evidentemente aveva i suoi vantaggi» conclude l’ex parlamentare.
Alimena: «Si vuole riportare l’Unical fuori da Cosenza?»
Le fa eco il capogruppo dem a Palazzo dei Bruzi: «Da un lato non si tiene conto della decisione del Consiglio comunale di Cosenza, dall’altro Principe parla come sindaco dell’area urbana e annuncia i 45 milioni per la Cittadella della salute di Cosenza. Giusta – secondo Alimena – la proposta di Carlo Guccione di un tavolo che coinvolga anche il capoluogo, finora tagliato fuori. La maggioranza aspetta la posizione del Partito democratico, anche il centrodestra vuole vederci chiaro perché questa accelerazione sconfessa quanto deciso dal sindaco Mario Occhiuto, che puntava su Cosenza e non su Rende». Infine un riferimento alla presenza dell’Unical a Cosenza: «Noi lavoravamo per portare il sogno di Andreatta nel centro storico, adesso da Rende fanno il contrario».
Pacenza: «Chi pagherà il mutuo Inail?»
Franco Pacenza, consigliere regionale prima Ds e poi Pd per tre legislature, espone un lungo excursus che parte dal «pellegrinaggio settimanale che per mesi e mesi, ai tempi del governo Renzi, facevamo al ministero per ottenere degli investimenti sanitari in Calabria». Il risultato? «Oltre 40 delibere Cipe con milioni non destinati»: dei 258 milioni di euro nel Patto per la Calabria, 60 sono poi stati dirottati sui 3 nuovi ospedali (Sibari, Gioia Tauro e Vibo).
Di lì la procedura che passa dal Decreto Calabria: dalla Regione, la palla passa al commissario e si arriva così al Dca di Cotticelli (decreto 124/2019): tra le prime cose della sua presidenza, Roberto Occhiuto revocherà quel Dca e tutto il fabbisogno (349 milioni) verrà destinato al finanziamento Inail, rinunciando anche ai 180 milioni a fondo perduto previsti da un precedente Accordo di programma quadro: anche quelli vengono dirottati altrove (Sibari, Gioia e Vibo).
Sull’ipotesi di un’Azienda ospedaliera universitaria, Pacenza fa notare che «serve la ricerca, con un cubo ultra tecnologico ad hoc: solo così può arriva il riconoscimento, l’hub da solo non basta».
Non mancano poi i dubbi sulle coperture finanziarie: «I soldi ci sono? – si chiede Pacenza – Chi lo paga il mutuo Inail? A Sibari il fitto è di 8.5 mln l’anno e lo paga l’Azienda ospedaliera! La regione, per pagare, ha bisogno di una legge che la autorizzi, non mi pare ci sia una discussione del genere. Quindi per ora non c’è alcuna certezza finanziaria». Il Piano triennale Inail 2025/2027 ha in cassa in totale 140 milioni. Il commissario Moroni ha messo a gara uno studio di fattibilità per un valore nominale di 17 milioni (si arriva a 25 mln): la procedura è valida anche con un solo componente. «Lo studio di fattibilità si sbloccherà a breve ed è – quello sì – un primo vincolo» avverte Pacenza, spiegando che per gli espropri si procederà in due giorni anche con due testimoni, sotto il cappello dell’emergenza di Prociv, «non c’è bisogno nemmeno di variante urbanistica: ma il vero problema – conclude – è che non ci sono i soldi. Noi in questa fase non dobbiamo essere dei conservatori per il No: sì al policlinico e al potenziamento dell’Annunziata».
Adamo: «Una semplice operazione di edilizia sanitaria»
Secondo Nicola Adamo «è una operazione di edilizia sanitaria che con la programmazione non ha nulla a che fare. Il rischio è che tra vent’anni non avremo né il Policlinico universitario né l’Annunziata potenziata, e magari nel frattempo Rende si riprenderà anche scienze infermieristiche. Ma non cadiamo nella trappola della contrapposizione Cosenza-Rende – questo l’invito – come è stato fatto con i sindaci e l’Alta Velocità: anzi, mettiamo in guardia Principe. Un progetto così importante deve avere un approdo unitario. Il consiglio di Rende si è espresso all’unanimità forse per questioni campanilistiche, voglio vedere mercoledì come si comporterà il centrodestra a Palazzo dei Bruzi. Ma non critichiamo Principe perché ci saremmo comportati tutti come lui…» riflette Adamo.
Perugini: «L’Annunziata andrà verso il deperimento»
Salvatore Perugini (nella foto il suo intervento) fa risalire tutta questa vicenda alla mancata fusione dei Comuni: «Paghiamo il vulnus della città unica grazie a un altro comitato per il No… Nei 10 anni almeno che passeranno – per un reparto di cardiochirurgia ce ne sono voluti 20, ironizza l’ex sindaco –, l’Annunziata andrà verso il deperimento? La salute del cittadino non può essere soggetta a pause decennali. Una programmazione sanitaria complessiva del territorio esiste? Parliamo anche di questo». Nel veloce dibattito che segue intervengono tra gli altri Alessandro Grandinetti e Giuseppe Lo Feudo. Antonio Ciacco taglia corto: «I palazzinari stanno già riscaldando i motori». (EFur)
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