Tra cantieri e cancellazioni. Franchini e l’aeroporto “bifronte” di Reggio Calabria

LAMEZIA TERME «Entro fine dicembre la fasizzazione del completamento del building» poi si decolla per la «summer season», che inizia ufficialmente il 28 marzo. Ecco a voi un filo di perle lessicali dal “franchinese”, nel senso di Franchini, Marco, amministratore unico di Sacal, che esulta dal cantiere dell’aeroporto reggino con un tempismo non proprio indovinato, dal momento che le dichiarazioni a un network locale vengono affidate proprio nei giorni in cui infuriano – non solo sui social – le polemiche per le nuove soppressioni di voli dal “Tito Minniti”. Non solo: per dicembre lo stesso amministratore unico di Sacal annuncia ulteriori cancellazioni. Cancellazioni «strutturali» dovute alle fase che sta vivendo Ita Airways, specifica.
A proposito di tagli, il nuovo corso porta per Franchini anche quello della sua canuta barba, dettaglio forse superfluo in questa sede ma non da poco per un fashion addicted come lui, tra gli abiti sartoriali e la fissazione per le montature bold degli occhiali da vista.

Dall’altare alla polvere

Dall’altare alla polvere. In un anno quante cose possono cambiare. La frenata dello scalo reggino (attualmente in fase di lavori per le nuove aree partenze e arrivi e i cinque gate che lo ridisegneranno, con tanto di spazio espositivo curato dal MarRc di Fabrizio Sudano) arriva come un fulmine a ciel sereno dopo la crescita lenta ma costante iniziata un anno e mezzo fa. Con tanto di cori di giubilo da parte dell’inner circle del presidente Occhiuto, oggi e non a caso osannato anche da Franchini.
Adesso non bastava la soppressione del volo per Milano-Linate, ecco confermati anche i tagli dal “Tito Minniti” a Roma-Fiumicino: annullati i voli serali del 1°, 8, 15, 24 e 29 novembre in arrivo da Roma e le relative partenze della mattina seguente da Reggio.
Il ridimensionamento del traffico proprio in uno dei periodi più vocati dal punto di sta turistico fa tornare coi piedi per terra i reggini, non solo nel senso letterale. E torna tristemente alla mente la frase-manifesto di quel 16 maggio 2022, suo primo giorno alla guida della Sacal: «Puntiamo a rilanciare subito lo scalo di Reggio, la Calabria ha potenzialità da sfruttare».

Sotto l’albero per ora c’è un «involucro»

Franchini ha tenuto fede ai buoni propositi dell’insediamento e si è mosso in questi giorni tra le colonne della nascitura area controlli, uno scenario a metà tra il non finito cantato per immagini dal fotografo Angelo Maggio, quel che resta di un tempio magnogreco e l’Opera di Tresoldi sul lungomare reggino. Va ripetendo «involucro» in loop ma forse è per rimarcare che per adesso i reggini si troveranno davanti un guscio vuoto: meglio non creare troppe aspettative, sarà una strategia di marketing e management.
Ma il “franchinese” è una lingua alata ed evocativa come poche: per un «imprinting olfattivo derivante da questa scelta scellerata» (si sta parlando della puzza dovuta a un deposito di rifiuti a ridosso della pista) ce ne sarà un altro, di imprinting, ma «di piacevolezza» per i futuri utenti di uno scalo che raggiungerà finalmente i crismi della «normalità», scale mobili al posto di vetuste chiocciole, duty free e aree pasto.
L’amministratore che ama gli anglicismi è autarchico quanto basta («maestranze, fornitori e carpenteria sono calabresi») ma per adesso dovrà un po’ ridimensionare l’intento di «far decollare la città e la regione da questo scalo». Intanto si gode il cantiere come un umarell, e come direbbero negli USA: I love this gate! (euf)

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