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la lezione di Mamdani

Un socialista a New York

L’analisi di Francesco Bevilacqua: quando i messaggi sono chiari l’alternativa c’è

Pubblicato il: 05/11/2025 – 9:33
di Francesco Bevilacqua*
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Un socialista a New York

E allora? Vi siete tanto disperati. Avete tuonato contro il nuovo fascismo che starebbe invadendo l’Occidente. Vi siete stracciati le vesti. Vi siete messi il lutto al braccio per la defunta democrazia nell’area del mondo che credete sia da sempre la culla dell’umanità. Avete intravisto l’apocalisse … E invece proprio da quel Paese dove, meno di un anno fa, con l’elezione di Donald Trump, aveva trionfato l’autoritarismo, il razzismo ed il suprematismo bianco, arriva una clamorosa sconfitta dell’ideologia MAGA (Make America Great Again). A New York vince Zohran Mamdami, 34 anni, di origini indo-ugandesi, di religione musulmana, esponente della sinistra radicale, dichiaratosi apertamente “socialista”, appoggiato dall’iconico Bernie Sanders, ma inviso all’establishment democratico. Si prevede una buona prova dei democratici anche negli stati interessati a queste elezioni. E Allora? Lo avete capito o no che l‘unica cosa viva della democrazia occidentale è la possibilità che forze diverse si alternino al potere? Che occorre distinguersi radicalmente dagli avversari per ottenere consensi? Che non si può vincere sempre se non si hanno persone capaci? Si chiama alternanza. E il succo del sistema democratico occidentale, che di altri elisir di lunga vita ne ha ben pochi ormai, essendosi trasformato ne “Il capitalismo della sorveglianza” come ha ben spiegato Shoshana Zuboff in un suo famoso libro.  “Non ci resta che piangere” sembravate dire con il titolo di un film di Troisi e Benigni – mi sto rivolgendo, se non si fosse capito, ai tifosi della sinistra ad ogni costo, che la sorreggono anche quando fa la destra -. E invece bisognerebbe forse dire: “Non ci resta che scegliere”. E prima ancora, per coloro che si candidano: “non ci resta che dire cose di sinistra vere”. Come ha fatto il neo sindaco della grande mela, la città più famosa del mondo, simbolo di mille cose ma anche piena di mille problemi, degna rappresentante di tutte le contraddizioni, anche le più stridenti ed imbarazzanti, dell’Occidente. Capiamoci: una rondine non fa primavera. E bisogna anche attendere che Mamdami amministri in coerenza con quanto ha detto. Ma che aveva detto Mamdami? Una cosa chiara: “uguaglianza, per l’umanità, per tutti coloro che camminano su questa terra”. Una riedizione dei motti di tutte le rivoluzioni, da quella francese a quelle socialiste della prima parte del ‘900. Che è poi l’esatto contrario di quel che dicono Trump ed i repubblicani. E anche una parte dei democratici, purtroppo. Che è l’esatto contrario di ciò che da sempre, ancor prima del fascismo, fanno le destre, ovunque vadano al potere.  Ora, si può essere in totale disaccordo con il messaggio di Mamdami, ma non si può certo disconoscere che l’unica sinistra buona è quella che mette al centro l’uguaglianza, che sta dalla parte di chi non ha voce, che vuole il riscatto delle classi più umili, che ha a cuore i diritti sociali, che non crede ciecamente nel dogma che il mercato si autoregola. Il che non significa scardinare il sistema liberale in cui viviamo ed instaurare la dittatura del proletariato. Vuol dire, invece, riprendere il filo interrotto del discorso della socialdemocrazia che ricostruì l’Europa dopo la seconda guerra mondiale e sino dall’avvento del neoliberismo dello spietato e cinico Milton Friedman, brandito come una clava dal duo Thatcher-Regan e che ha gettato il mondo nel delirio egoico in cui viviamo (leggere “Guasto è il mondo” di Tony Judt, edito da Laterza, che rievoca quella storia e ne profetizza l’attualità). Vuol dire far rivivere quell’economia sociale di mercato (per capire le sue regole, si veda il facile libricino di Flavio Felice, edito da Rubbettino) che sa come far coesistere il sistema di mercato (il solo capace di evitare la penuria delle merci e che, adottando le necessarie cautele, favorisce la concorrenza ed evita monopoli e privilegi, che, purtroppo, oggi invece sono predominanti) con le istanze di giustizia sociale, di tutela ambientale e di fratellanza fra i popoli. Dunque, niente disperazione, cari amici di sinistra. Facciamo, invece, un bel bagno di umiltà, accettiamo di fare l’opposizione con serietà per il tempo necessario, smettiamola di giustificare sempre i nostri errori, abbassiamo i toni, facciamoci capire e, soprattutto smettiamo di pensare di poter fare i cani da guardia del potere: cure dimagranti e diete intermittenti non sono una tragedia, ma devono servono a purificare, rigenerare un organismo malato. Un socialista alla guida della grande mela potrebbe essere l’inizio della guarigione.

*Avvocato e scrittore

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