VIBO VALENTIA «Non si ferma la fuga dei medici dai nosocomi vibonesi. Una situazione inaccettabile sia per l’utenza, sempre più spesso costretta a migrare altrove per curarsi, che per il personale in servizio, obbligato a turni massacranti pur di assicurare il servizio». Così in una nota il segretario provinciale della Cisal, Vitaliano Papillo che aggiunge: «Dalle dimissioni volontarie ai bandi deserti, assistiamo ormai quotidianamente allo svuotamento dei nostri ospedali. Pronto soccorso in affanno, reparti chiusi o in grave difficoltà. Basti pensare – spiega – al Unità Operativa di medicina d’urgenza e pronto soccorso dello “Jazzolino” di Vibo Valentia dove negli ultimi dieci giorni a prendersi cura dei pazienti, nelle stanze dei vari codici, erano presenti due soli medici, ovvero il direttore del servizio Vincenzo Natale assistito da un collega. O all’U.O di anestesia e rianimazione dello stesso nosocomio dove proprio nelle ultime ore si sono registrate le dimissioni di due medici specialisti vincitori dell’ultimo concorso nel marzo scorso redatto e pubblicato dai vertici dell’Asp proprio al fine di colmare tempestivamente la grave carenza di personale medico all’interno di quell’Unità. O ancora alla struttura complessa di cardiologia-Utic sempre dello stesso ospedale del capoluogo dove un dirigente medico ha deciso di andare in aspettativa ed un altro ha interrotto il proprio rapporto di lavoro con l’Azienda sanitaria provinciale facendo scattare l’ennesimo allarme rosso in termini di garanzia dei livelli essenziali di assistenza. E poi – continua Papillo – il pronto soccorso di Serra San Bruno dove nessun candidato si è fatto vivo all’ultimo concorso pubblico bandito per assumere nuovi medici».
«Questo significa una cosa sola – analizza – ovvero che i medici preferiscono altre Asp o il privato accreditato, che, verosimilmente, risultano più appetibili non tanto dal punto di vista economico quanto rispetto alla qualità delle condizioni di lavoro. Serve migliorare quelle innanzitutto. E non sarà certamente un nuovo ospedale, il costruendo, e chissà quando terminato, nosocomio all’entrata della città capoluogo, per risolvere il problema. Servono provvedimenti adeguati onde evitare il reiterarsi di situazioni che rischiano di mettere a repentaglio l’incolumità fisica di pazienti e dipendenti e lo stesso intero sistema sanitario locale. Per questi motivi – conclude – chiederemo all’Asp una urgente convocazione al fine di definire, con il necessario coinvolgimento del Comune e della Regione, interventi finalizzati a bilanciare il diritto alla salute dei cittadini con la tutela e i diritti del personale sanitario».
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