ROMA «A stupirmi non è la tesi, che non è nuova, ma la persona che ha voluto riportarla alla ribalta». Ad affermarlo è il ministro della Difesa, Guido Crosetto in un’intervista a La Stampa commentando le dichiarazioni dell’ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato sulla strage di Ustica. Perché Amato ne parla adesso? «Me lo chiedo, ma non ho risposte. Non credo sia una cosa casuale».
«Io faccio il ministro della Difesa, non mi compete parlarne. Ma forse compete al vicepremier, che si occupa di infrastrutture e trasporti, anche aerei ed anche di argomenti rilevanti di ogni tipo come leader politico», sottolinea Crosetto riferendosi alle dichiarazioni del vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini che ha chiesto alla Francia di fornire chiarimenti sulla vicenda.
«Cossiga disse ai magistrati d’aver saputo che per ben due volte i servizi segreti avvisarono Gheddafi (Amato nell’intervista a Repubblica di ieri ha detto che sarebbe stato Craxi ad avvisare il dittatore libico, ndr). Penso che queste sono azioni tipiche da intelligence». Lo dice in una intervista a Repubblica Luigi Zanda, ex portavoce del presidente del Consiglio Francesco Cossiga. Il figlio di Craxi, Bobo, sostiene che il padre salvò Gheddafi, ma nel 1986: «Né Craxi né Amato sono persone che mentono. Uno dei due ricorda male». Zanda spiega di «non essere mai stato al corrente di segreti di Stato o di informazioni riservate su Ustica» e in merito alle dichiarazioni della premier Giorgia Meloni sull’inesistenza di carte secretate, afferma: «Ne prendo atto, a meno che non esistano nei doppi fondi degli archivi». «Se è vero che nei cieli italiani si è combattuta una guerra senza che nessuno degli alleati avesse informato il nostro governo vorrebbe dire che non godevamo di una grande considerazione». Le dichiarazioni su Ustica di Giuliano Amato, riprendono «nel merito la deposizione alla magistratura di Cossiga del 2008, peraltro molto nota. Sul piano politico chiede a Macron di accertare se c’è stata una responsabilità della Francia, mi sembra un passo avanti».
Anche Matteo Renzi, dalla festa di Italia Viva a Firenze, esprime perplessità per le esternazioni di Amato: «Esprimo perplessità sul modo con il quale Amato ha detto queste cose, perché noi dobbiamo innanzitutto prima ancora di parlare coi francesi o con la Nato o con i libici, dobbiamo trasparenza e verità a 81 famiglie».
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