CATANZARO L’ex reggente degli “Italiani” e il collaboratore di giustizia Ivan Barone saranno sentiti nel corso della prossima udienza del processo d’Appello “Testa del Serpente”. Si tratta di una operazione definita una costola di “Reset”, il primo vero sigillo sulla ‘ndrangheta confederata cosentina. In aula, a Catanzaro, è stata accolta la richiesta di escussione dell’ex collaboratore di giustizia Roberto Porcaro e del pentito Ivan Barone. La circostanza della quale dovranno rendere dichiarazioni riguarda un episodio di presunta estorsione.
Le indagini svolte dalla Dda di Catanzaro, hanno messo nel mirino uno degli storici gruppi criminali cosentini: gli Abbruzzese meglio noti come “Banana”. In primo grado, il procedimento scaturito dall’inchiesta “Testa del Serpente“ si è concluso con la sentenza emessa dal Tribunale di Cosenza il 18 luglio 2023. I giudici hanno esaminato con attenzione «il contesto criminale di riferimento» e sottolineato la presenza di «una fase di fibrillazione del sodalizio storico operante sul territorio cosentino, ovvero la cosca “Lanzino-Ruà-Patitucci” indicata come “gruppo degli Italiani‘ – già stigmatizzata con la sentenza Terminator 4 – che nel biennio 2018-2019 stringeva accordi con la fazione degli “Zingari” facente capo alla famiglia degli Abbruzzese detti “Banana” per costituire un sodalizio criminale dedito alla commissione dei reati di usura, estorsione e spaccio di sostanze stupefacenti, previa spartizione del territorio tra i due clan». Questo è un passaggio importante, cristallizzato nelle motivazioni della sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Cosenza. (f.b.)
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