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Vandalizzato a Roma il murale su Paola Egonu

L’episodio riapre il dibattito sullo ius soli e sulla concessione della cittadinanza

Pubblicato il: 14/08/2024 – 6:59
Vandalizzato a Roma il murale su Paola Egonu

ROMA La notizia è che, a meno di 24 ore dall”apparizione’ davanti alla sede del Coni a Roma, viene vandalizzato il murale dedicato a Paola Egonu, pallavolista della nazionale italiana e neo campionessa olimpica. La conseguenza è che l’episodio riapre il dibattito politico sullo ius soli e sulla modifica della legge per la concessione della cittadinanza, già acceso dai successi della squadra olimpica composta da molti atleti di origine straniera. Il murale “Italianità” dedicato alla campionessa azzurra viene danneggiato nella notte: il suo volto viene oscurato e viene cambiato in rosa il colore della sua pelle. «Il razzismo è un cancro brutto da cui l’Italia deve guarire», scrive la street-artist Laika, autrice dell’opera deturpata. Fioccano le condanne da tutto il mondo politico. «Voglio esprimere solidarietà a Paola Egonu e lo sdegno più totale per questo grave gesto di becero razzismo», afferma il vicepremier e leader di FI Antonio Tajani, seguito a stretto giro dal collega di governo Andrea Abodi, ministro dello Sport: «Il rispetto e l’educazione si coltivano quotidianamente, per sconfiggere ignoranza, inciviltà e insensibilità. Insieme!». Di «uno scempio alla civiltà» che «ci fa sprofondare nel Medioevo» parla Elisabetta Lancellotta, deputata di FdI e consigliere Nazionale del Coni. Per la Lega interviene il solo governatore del veneto Luca Zaia, definendolo un «gesto ignobile» nei confronti di «una figura di ispirazione per i giovani, che deve essere ammirata e presa ad esempio anche per la storia personale, non certo vilipesa. I campioni si onorano, non si imbrattano». Per il Movimento 5 Stelle «chi ha imbrattato a Roma il murale con raffigurata Paola Egonu è un delinquente sobillato da chi in questi giorni ha usato parole vergognose sulla sua “italianità”», dice il capogruppo alla Camera Francesco Silvestri con chiaro riferimento al generale Roberto Vannacci. Si spinge invece oltre la segretaria del Pd Elly Schlein: «Il razzismo fa schifo e va contrastato. Per noi chi nasce o cresce in Italia è italiana o italiano e continueremo a batterci per cambiare la legge sulla cittadinanza. Solidarietà a Paola Egonu e a tutte le atlete della nazionale di volley, orgoglio italiano». La leader dem riapre quindi la partita sulla cittadinanza e il Pd ha già una mozione – a firma dei deputati Mauro Berruto e Ouidad Bakkali – per rilanciare lo ius soli, oltre a un progetto di legge per quello “sportivo” riservato agli atleti. La mozione verrà discussa a settembre: «La nostra posizione è che chi nasce in Italia è italiano e che i percorsi devono essere modificati rispetto alla legge del ’92, e devono valere per tutte le ragazze e i ragazzi nati in Italia», spiega a LaPresse Berruto, responsabile sport dei dem. La premessa è d’obbligo per spiegare anche le ragioni della presentazione di un progetto di legge – sempre a firma di Berruto – che prevede lo “Ius soli sportivo“, ovvero la concessione della cittadinanza italiana ai minori «per evidente interesse sportivo, confermato da una apposita commissione Coni», qualora «si verifichi una o più delle seguenti condizioni: a) abbiano completato un ciclo scolastico di almeno cinque anni in Italia; b) siano nati nel territorio della Repubblica da genitori stranieri di cui almeno uno nato in Italia; c) siano nati nel territorio della Repubblica da genitori stranieri di cui almeno uno è regolarmente soggiornante in Italia da almeno un anno, al momento della nascita del figlio», si legge nel testo del pdl. Difficile però che le iniziative vengano recepite dai partiti di centrodestra e possano avere i numeri in Parlamento. Diverse fonti di maggioranza fanno notare che il tema «non è nel programma di governo né all’ordine del giorno». Ancor più esplicita la Lega con il deputato Luca Toccalini: «È l’integrazione che deve portare la cittadinanza, non il contrario. Queste Olimpiadi hanno dimostrato che lo Ius Soli non serve. Paola Egonu e Myriam Sylla hanno ottenuto la cittadinanza rispettivamente a 15 e 16 anni. Oggi la legge prevede questo e in Europa non c’è un Paese che applichi lo Ius Soli come lo intende la sinistra». Diametralmente opposta la versione del segretario di +Europa Riccardo Magi: «Di queste Olimpiadi tengo stretta la fotografia di un’Italia fatta anche di stranieri di seconda generazione: questa è l’Italia del presente e del futuro e senza estremismi sarebbe importante prenderne atto e modificare una legge che ormai fa parte di un’Italia lontana». 

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