BOLOGNA Condanne per un totale di oltre 350 anni di carcere, tra cui una a 20 anni per Giuseppe Romeo, ritenuto il capo dell’organizzazione. Tanto ha chiesto il pm della Dda di Bologna Roberto Ceroni al gup Andrea Salvatore Romito nei confronti dei 35 imputati che hanno scelto il rito abbreviato nel processo scaturito dall’operazione “Aspromonte emiliano”, che nel maggio del 2023 aveva permesso di smantellare un’organizzazione dedita al traffico di cocaina, hashish e marijuana. Di questa organizzazione facevano parte degli italiani appartenenti o contigui alla ‘ndrangheta reggina e crotonese e attivi in Emilia-Romagna, che avevano un contatto diretto con i cartelli della droga colombiani, e anche criminali cinesi. Agli imputati vengono contestati, a vario titolo, i reati di narcotraffico, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, sequestro di persona a scopo di estorsione e armi, con aggravante mafiosa, e secondo l’accusa il vertice indiscusso dell’organizzazione criminale era Giuseppe Romeo della ‘ndrina di San Luca, ex super latitante arrestato in Spagna nel 2021 e ritenuto soggetto di grande spessore criminale. Il processo proseguirà con le conclusioni delle difese, con la sentenza che dovrebbe arrivare il mese prossimo.
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