AGRIGENTO I carabinieri del reparto Operativo di Agrigento hanno eseguito 29, dei 30, fermi disposti dalla Dda di Palermo a carico di agrigentini e nisseni accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di droga, detenzione ai fini di spaccio; tentata estorsione e associazione mafiosa. Contestati anche diversi danneggiamenti, ma anche il favoreggiamento personale. I provvedimenti sono stati notificati ad Agrigento, Porto Empedocle, Favara e Canicattì, ma anche a Gela. Fra i fermati vi sarebbero anche nominativi di un certo peso per l’Agrigentino, come l’empedoclino Fabrizio Messina, fratello del boss Gerlandino, e Pietro Capraro della famiglia mafiosa di Agrigento-Villaseta.
Nella lista dei fermati della Dda, nell’ambito di un’operazione che ipotizza un traffico di droga e un filone di reati legati alla mafia, oltre al 45enne Fabrizio Messina, fratello del boss Gerlandino, e Pietro Capraro, 39 anni, che ha già scontato 15 anni di carcere nell’ambito delle inchieste antimafia Nuova cupola e Parcometro, ci sono tante vecchie conoscenze delle forze dell’ordine. Fra questi Guido e Nicolò Vasile, padre e figlio del quartiere di Villaseta, coinvolti in passato in un’indagine su mafia ed estorsione; il favarese Michele Bongiorno, che ha già scontato una condanna per un omicidio commesso a soli 19 anni. Anche Gaetano Licata, già arrestato e condannato nell’indagine Nuova cupola, è un altro nome che torna alla ribalta. Altri fermati di questa notte, fra cui Samuel Pio Donzì e il 37enne Giuseppe Sottile, sono stati coinvolti in numerose vicende di criminalità spicciola.
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