ROMA Doppio stop del governo alla Regione. Come anticipato dal Corriere della Calabria nelle scorse settimane, il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare davanti alla Corte costituzionale la “norma Laghi”, vale a dire la norma, promossa dal capogruppo di deMa, della legge regionale 36 del 2024, legge “Omnibus” che di fatto determina un ridimensionamento della Centrale del Mercure nell’area del Pollino. La norma, specificatamente, prevede che “è vietata la realizzazione nei parchi nazionali e regionali di impianti di produzione energetica alimentati da biomasse, con sede ricadente nel territorio calabrese, con potenza eccedente 10MWatt termici”, e inoltre dispone che “entro sei mesi dall’entrata in vigore, gli impianti di potenza eccedente i 10MWatt termici… sono tenuti a ridurre la potenza, uniformandola alla presente disposizione, a pena di decadenza della relativa autorizzazione”. Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli, ha deciso per l’impugnazione perché la “norma Laghi” viola «la normativa statale ed europea in materia di energia da fonti rinnovabili e ambiente, l’articolo 117 primo comma, secondo comma, lett. s), e terzo comma della Costituzione, il principio di uguaglianza di cui all’articolo 3, di certezza del diritto e del legittimo affidamento, nonché di libertà di iniziativa economica di cui all’articolo 41 della Costituzione».
L’impugnazione della “norma Laghi” era comunque prevista alla vigilia del Cdm di oggi perché nelle scorse settimane in sesta Commissione del Consiglio regionale era arrivato un parere negativo da parte del Dipartimento Affari regionali della Presidenza del Consiglio dei ministri, che aveva evidenziato diversi profili di illegittimità dell’emendamento Laghi e di fatto aveva preannunciato l’impugnazione del testo da parte del governo alla Corte costituzionale. La vicenda della sorte della Centrale del Mercure in questi giorni sta occupando la scena politica con un dibattito molto aspro, al punto che nell’ultima seduta del Consiglio regionale il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, sostenitore della “norma Laghi”, ha di fatto posto la fiducia minacciando le dimissioni se fosse stata inserita all’ordine del giorno una proposta di legge del Pd che abroga il testo presentato dal capogruppo di DeMa: la norma del Pd alla fine non è stata inserita ma si è sfiorata la crisi politica.
Inoltre – si legge dal comunicato del Cdm – sempre su proposta del ministro Calderoli il Consiglio dei ministri “ha deliberato di resistere nel giudizio per conflitto di attribuzioni sollevato dalla Regione Calabria avverso il decreto ministeriale del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 16 ottobre 2024, n. 226″, che disciplina le specifiche del Foglio di servizio elettronico per il noleggio con conducente”. (c. a.)
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