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le rotte del crimine

‘Ndrangheta e albanesi, Livorno sempre più «porto dei narcos»

L’ultimo sequestro è di due tonnellate. Il procuratore Agnello: «È il principale porto di ingresso della cocaina in Europa»

Pubblicato il: 27/04/2025 – 18:53
di Giorgio Curcio
‘Ndrangheta e albanesi, Livorno sempre più «porto dei narcos»

LAMEZIA TERME L’ultimo (enorme) carico sequestrato certifica quelli che sono i numeri dell’ultimo anno, e che fanno del porto di Livorno il secondo per ordine di importanza in assoluto in Italia, dietro solo a quello di Gioia Tauro. Insomma, dati alla mano, lo scalo livornese è diventato un punto di riferimento irrinunciabile per i narcos sudamericani che, attraverso la ‘ndrangheta, consente di smerciare grandi quantità di cocaina purissima.

L’ultimo sequestro

Particolarmente eclatante l’ultimo episodio avvenuto proprio nello scalo toscano, emblema della portata del fenomeno: due tonnellate di cocaina purissima, suddivisa in 1.800 panetti, con un valore stimato in ben 500 milioni di euro una volta tagliata e immessa sul mercato.  La droga, come ricostruito dai Finanzieri e dagli agenti della Dogana, era nascosta in un container dry dov’era stata caricata anche polvere di cacao. Era stato imbarcato sulla nave cargo Mersin Express proveniente da Guayaquil, in Ecuador.   

Il procuratore Agnello: «Livorno hub internazionale»

«Anche se in questo caso il porto di Livorno era solo uno scalo di transito per la cocaina, destinata alla Spagna, si è ritagliato il ruolo di hub internazionale della droga in arrivo dal Sud America, superando il porto di Gioia Tauro». Lo ha sottolineato in una intervista a “La Nazione”, il procuratore capo di Livorno, Maurizio Agnello. «Gioia Tauro – ha sottolineato il procuratore – è un porto in prevalenza dedicato ai container, dunque più facilmente controllabile. Livorno si articola su più traffici tra passeggeri, container e altro, con mezza dozzina di varchi che è più complesso sorvegliare. Nonostante questo, la vigilanza è stretta come dimostra quest’ultimo sequestro».

Gli ultimi sequestri

L’enorme carico, dunque, era destinato in Spagna e nello specifico al porto di Barcellona, hub sempre più strategico per lo stoccaggio della cocaina in arrivo dal Sud America e smistata poi in Europa. Bolivia, Perù e Colombia allo stato attuale sono i Paese a maggiore produzione della cocaina che, venduta alla malavita organizzata, viene destinata ai porti di stoccaggio e spedizione sull’Atlantico in Ecuador e Cile. I broker principali sono esponenti albanesi e, nella maggior parte dei casi, soggetti legati alla ‘ndrangheta calabrese.
Lo scorso 21 gennaio al porto di Livorno erano stati sequestrati ben 217 chili di cocaina purissima, suddivisa in quasi 200 panetti per un valore commerciale sulle piazze di spaccio di oltre 60 milioni di euro. I panetti di cocaina, spiegano gli uomini della Guardia di Finanza supportati dagli agenti della Dogana, erano nascosti all’interno di un container contenente legname, sbarcato da una nave cargo proveniente dal Sud America e diretto, neanche a dirlo, in Calabria.
A novembre del 2024, inoltre, un blitz coordinato dalla Distrettuale antimafia aveva portato all’arresto di 30 persone, tutte ritenute parte di una associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti e coinvolti in una serie di episodi di importazione, trasporto e cessione di droga, di cui 23 sono finiti in carcere. L’attività di indagine aveva consentito di sequestrare oltre 2 tonnellate di cocaina, 45 chili di hashish, 20 chili di marijuana. Sostanze stupefacenti che – una volta sul mercato – avrebbero fruttato circa 70 milioni di euro alla consorteria criminale. (g.curcio@corrierecal.it)

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