«Noi andiamo da Satana». La richiesta di voti ai clan: il gruppo Giglio-Tripodi e il «patto con il diavolo»
La ricerca di voti in favore di Lucia Caccamo, moglie di Tripodi (non indagata). La figura di Vincenzo Giglio: «Non ci spaventiamo di nessuno»

REGGIO CALABRIA Voti chiesti a «Satana», il termine utilizzato per definire il fatto di essersi rivolti ai clan di ‘ndrangheta. Sono parole che emergono da intercettazioni che il gip definisce «chiarissime» e che non lascerebbero dubbi sul fatto che Vincenzo Giglio si fosse rivolto alla criminalità organizzata al fine di chiedere il voto in favore di Lucia Caccamo (non indagata), moglie di Pasquale Tripodi con l’intento dichiarato di ottenere l’elezione della donna al Consiglio Regionale della Calabria nelle votazioni 2020. Un episodio riportato nell’ordinanza dell’inchiesta “Millennium” della Dda di Reggio Calabria, che ha portato all’arresto di 97 persone.
Le elezioni 2020 e gli interessi del gruppo Giglio-Tripodi
Vincenzo Giglio, già condannato in via definitiva, è finito agli arresti domiciliari insieme a Mario Giglio, Giuseppe Errante e Pasquale Tripodi (tutti ai domiciliari). L’uomo – secondo quanto emerso dalle indagini – avrebbe messo in piedi un sistema di procacciamento di voti «fondato sulle cointeressenze maturate, nel corso degli anni, nel sottobosco della criminalità organizzata e dagli altri esponenti del loro entourage» con l’obiettivo di ottenere vantaggi personali.
Nel 2020, scartata l’ipotesi di poter candidare Tripodi in Consiglio regionale, il gruppo punta tutto sulla moglie. Inizia così una vera e propria caccia al voto da parte della “squadra” di Giglio. Le porte a cui vanno a bussare – emerge dalle indagini – sono quelle delle più potenti famiglie di ‘ndrangheta reggine, tra cui i Labate, i Serraino, i Barreca, gli Alvaro.
«Tu seguiti la parte ecclesiastica. Noi andiamo da Satana»
E mentre il gruppo si diceva pronto a stringere un vero e proprio “patto con il diavolo”, la candidata Lucia Caccamo organizzava visite elettorali presso alcune comunità religiose di Pellaro. Nel gennaio 2020 il gruppo si riunisce presso l’abitazione dei coniugi Tripodi-Caccamo. Qui vengono registrate conversazioni che il gip definisce particolarmente significative. Vincenzo Giglio inizia a commentare le imminenti “visite” elettorali che la moglie di Tripodi avrebbe fatto da lì a breve e con non poco compiacimento, alla presenza di tutti, compresa della donna – secondo quanto emerge dalla ricostruzione «conscia dell’identità dei soggetti che la sostenevano, tra cui Vincenzo Giglio» – raccontava che il proprio compito, al contrario fosse quello di rivolgersi a ben altri elettori: «Non ci spaventiamo di nessuno. – dice Giglio – Vabbè, tu seguiti la parte ecclesiastica. (…) Noi andiamo da Satana».
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