C’è anche la buona sanità e raccontarla – in una quotidianità fatta solo di critiche e casi sospetti – significa restituire fiducia a chi lavora con competenza e dedizione per salvare vite umane di notte, di giorno, rischiando aggressioni e insulti. E poi perché in una regione dove l’informazione politica ha bisogno di gettare benzina sul fuoco, il rischio è quello di cavalcare insidiose derive populiste, che proprio perché tali, suscitano nei calabresi paure spesso ingiustificate, alimentando i famigerati viaggi della speranza. Una “fuga” anche quando non occorre e forse verso falsi miti con costi economici, psicologici e sociali insostenibili. Che pesa 304 milioni di euro sulle casse regionali e finisce per arricchire regioni come la Lombardia (scivolata dal 4° al 7° posto nella classifica della qualità dell’assistenza sanitaria), l’Emilia-Romagna, il Veneto e Lazio.
Un dato emblematico su tutti. Nel 2024 su 7.500 bambini calabresi che hanno raggiunto con le loro famiglie l’ospedale Bambino Gesù di Roma, solo poco più di un migliaio avevano bisogno di un ricovero, gli altri sono stati sottoposti a visite ambulatoriali, esami o day hospital con una spesa per le famiglie, stimata in circa 5 milioni di euro. Da qui la convenzione con la Regione Calabria – che prevede le visite dei medici romano negli ambulatori pediatrici calabresi – per non costringerli a viaggiare, per contenere la migrazione sanitaria e migliorare la capacità di risposta sul territorio.
La buona sanità esiste ed in molti l’hanno incontrata proprio in Calabria.
E sta tutta nelle storie di uomini e donne che hanno conosciuto il cancro, in cura a Cosenza, San Giovanni in Fiore, a Catanzaro, a Locri e Reggio Calabria, solo per citare le strutture dove abbiamo raccolto le “istantanee” di pazienti che hanno raccontato ai colleghi del Corriere della Calabria, il loro rapporto con l’ambiente ospedaliero e le cure. Ma c’è dell’altro e va detto. Da quando Carlo Capalbo è direttore del reparto di oncologia a Cosenza, in pochi mesi ha incrementato del 131% il numero di visite oncologiche, portando le liste d’attesa da 40 a 6 giorni. Ne sa qualcosa Salvatore Turano oncologo e coordinatore calabrese dell’Aiom. Un primato che fa il paio con l’Unità Operativa di Ematologia e Trapianto di Midollo Osseo diretta da Massimo Martino, tra le 5 eccellenze italiane dove l’utilizzo delle CAR-T (cellule T geneticamente modificate per combattere i tumori del sangue) rappresenta una possibilità terapeutica per tutti quei pazienti che non rispondono a chemioterapie e immunoterapie. Pazienti che dopo test diagnostico molecolare nella struttura operativa complessa di Vito Barbieri, al Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, ricevono cure personalizzate. Una unità che si avvale, a proposito di integrazione ospedale-università, della competenza di Giusy Marrazzo, pneumologa della Dulbecco, abile nelle broncoscopie e nel posizionamento endoscopico di valvole per le patologie ostruttive dell’apparato respiratorio. E sempre a proposito di donne competenti, Fabiola Rizzuto dirige la struttura complessa di oncologia, un esempio virtuoso di come pubblico e privato insieme possano migliorare la qualità dell’assistenza e l’efficienza anche nel cuore della Locride.
Malata sì ma la sanità che cura esiste e va difesa anche a San Giovanni in Fiore dove Antonio Caputo combina attività medica e solidarietà per sensibilizzare sull’importanza della prevenzione. Il risanamento della sanità calabrese è avviato tra le molteplici difficoltà e criticità che inevitabilmente possono impattare sulla qualità dell’assistenza, ma va riconosciuto al presidente Roberto Occhiuto di aver messo in atto una “terapia shock” per rianimare un sistema in agonia. Dovrebbe farlo anche il governo del Paese, come si era detto dopo i tempi grami del Covid, ma i conti della sanità viaggiano, da allora, nella direzione opposta, la stessa intrapresa negli ultimi vent’anni, dai governi di ogni bandiera. Ma oggi lasceremo che siano i pazienti calabresi ad insegnarci ad usare la forza delle parole solo per curare.
*direttore del Corriere della Calabria
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