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sette giorni di calabresi pensieri

Alcuni dettagli sui casi giudiziari di Occhiuto, Floriani e Lucano. Diffidiamo dall’immaginazione e dai romanzi

Sulle aree interne il governo sembra dire: «Ricordati che devi morire». Aggiornamenti su un dibattito che deve continuare

Pubblicato il: 05/07/2025 – 6:55
di Paride Leporace
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Alcuni dettagli sui casi giudiziari di Occhiuto, Floriani e Lucano. Diffidiamo dall’immaginazione e dai romanzi

Scrisse Leonardo Sciascia: «Ogni cosa conviene che accada a suo tempo: e solo da qualche anno le rivelazioni sulla mafia cadono su un terreno fertile nel senso dell’immaginazione, del romanzo, del vasto rameggiare di credenze e ipotesi». L’aforisma sciasciano ben si adatta alle questioni di Giustizia calabrese dei 7 giorni pur senza scomodare la mafia. Fiamme Gialle acquisiscono documenti al Dipartimento Sanità della Regione e possono partire titoli digitali come “E’ la nuova tangentopoli targata Calabria?”, nonostante siamo ancora in una cronaca del “forse”. Non sembra rameggiare sulle credenze Pietro Molinaro, presidente della Commissione regionale antindrangheta e anticorruzione in quota meloniana che tra virgolette ha dichiarato: «Non possiamo lasciare che siano solo la magistratura e gli organi inquirenti ad accorgersi e intervenire. Serve da parte del management delle aziende provinciali sanitarie e dalle aziende ospedaliere un investimento deciso nella prevenzione e nel rafforzamento dei controlli interni». Senz’altro possiamo rubricare a fuoco amico nei confronti del presidente in carica e già dalla mattina di giovedì prima delle nuove perquisizioni nelle chat di destra destra si leggeva: “Occhiuto in caduta libera”.
Sensazioni o stato delle cose presenti? Intanto a dar equilibrio alla bilanci della Giustizia è giusto dar conto che il Tribunale del riesame di Catanzaro ha annullato il sequestro di due smartphone e di due pennette in uso a Ernesto Ferraro, indagato per corruzione con Occhiuto. Sono questioni di sostanza in un’inchiesta delicata che chi indaga deve valutare con maggiore circospezione. Mentre il collega della Gazzetta del Sud fa notare che solo nel 2021 il centro clinico di Rogliano di cui sono soci i medici Andrea Bruni ed Eugenio Garofalo indagati con il primario di Oculistica, Vincenzo Scorcia, “ha avuto l’autorizzazione all’esercizio per l’erogazione delle prestazioni sanitarie. Il centro non avrebbe mai invece ottenuto alcun accreditamento dal dipartimento Salute della Regione”. Sono dettagli rilevanti nelle accuse per truffa ai due professionisti che hanno ricevuto il preventivo sequestro dei loro beni. I dettagli. Ricordo, a me stesso soprattutto, che sir Arthur Conan Doyle, autore di Sherlock Holmes, per definire il metodo del celebre investigatore scrisse che si basava appunto sulla descrizione dei dettagli.

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Ritengo che la mia coscienza professionale aveva tenuto conto di rilevanti dettagli nel dover commentare che Gilberto Floriani, direttore artistico e amministratore del Sistema Bibliotecario Vibonese fosse stato arrestato per accuse di peculato e indagato con i suoi tre adulti figli e una stretta collaboratrice. La prosa giudiziaria narrò di un sistema Floriani e ne riportammo le declinazioni contro un intellettuale veneto di origini e calabrese d’azione che a distanza di lunghi mesi dalla gogna mediatica e dalla carcerazione domiciliare ha registrato sulla vicenda il non luogo a procedere per tutti gli indagati. Il buon Floriani ora può dire che si è trattato di una congiura ai suoi danni. Chi chiederà scusa a Floriani che era stato capace anche di inventarsi uno dei migliori Festival della letteratura calabrese e che merita molto spazio alle ragioni della sua difesa? Questione di dettagli anche in questo caso come è una questione di dettagli la decisione del tribunale di Locri, mai tenero con Mimmo Lucano, che ha accolto la richiesta della prefettura di Reggio Calabria di dichiararlo decaduto da sindaco di Riace in ragione della sua condanna con pena sospesa. Siamo in territorio di Legge Severino. Qui i dettagli sono tecnici e Mimmo Lucano per il momento resta sindaco e farà ricorso ad altro Tribunale. Nel senso comune di questa storia c’è il sostegno incondizionato di chi sta dalla parte di Lucano, cioè di chi ha fatto diventare Riace un luogo di accoglienza nel Mediterraneo. Ma qualche dettaglio per comprendere le questioni va evidenziato. Sinceri democratici si sono mostrati increduli rispetto al provvedimento. Eppure è un dettaglio rilevante il fatto che la Legge Severino sia stata promulgata anche dal Pd (rari i dissidenti) insieme a quasi tutti i partiti presenti in Parlamento quando governava il senatore Monti. Dettagli, appunto.
Curiamo i dettagli nell’informazione di cronaca giudiziaria.
L’immaginazione, il romanzo, il vasto rameggiare di credenze e ipotesi trattiamoli per quello che sono.

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Mentre tutti parlano delle inchieste poco si presta attenzione alla vicenda delle nostre aree interne. Meno male che il Corriere della Calabria e Vito Teti, sentinella della questione, abbiano costretto il ministro Foti a riferire in Parlamento sulla pagina 45 del Nuovo Piano Strategico Nazionale delle Aree interne approvato con ritardo a che ha sentenziato su un pericoloso “accompagnamento di un percorso di spopolamento irreversibile” e che a pagina 45 così scrive: “Queste aree non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza ma nemmeno essere abbandonate a se stesse. Hanno bisogno di un piano mirato che lo accompagni in un percorso di cronocizzato declino e invecchiamento”. Sembra di risentire la frase dei monaci trappisti “Fratello ricordati che devi morire” resa celebre in film di successo prima da Vittorio De Sica e poi tra Massimo Troisi e Roberto Benigni.
Preso in castagna il ministro Foti ora rilascia interviste a giornali amici e agenzie il nuovo mantra al grido di “le aree interne sono la priorità del governo Meloni”. Eppure le cartine del documento in Calabria dipingono in verde numerose aree interne dove fino al 2080 l’emigrazione interne resterà costante. Nonostante il Manifesto del Pd e la proposta di legge regionale per arginare la nuova emigrazione in questi giorni in casa democrat si presta attenzione più alle baruffe delle mozioni congressuali. Fa buona eccezione il segretario provinciale del Pd crotonese, Leo Barberio, che ha dichiarato: “Nessuno ci convincerà che i nostri paesi devono morire per decreto”, in buona compagnia del segretario generale della Cgil di Cosenza, Massimiliano Ianni, che ai media ha dettato: “Le aree interne rappresentano molto di più un problema da contenere, sono un patrimonio di risorse”.
La vicenda non è sfuggita al paesologo-poeta Franco Arminio che ha portato nuove coscienza a questa Italia considerata minore, che caustico ha affermato: «Mi piacerebbe confrontarmi in tv con chi ha redatto questo documento e non alle 8 del mattino. Comunque non immaginavo che si potesse arrivare a concepire vasti territori dell’Italia come un Hospice per malati terminali».
Segnalo che il prossimo 2 agosto Arminio ha programmato una sua incursione a Cirella di Diamante nel Monastero dei Minimi dove parlerà della “Cura dello sguardo, un viaggio tra poesia e riflessione civile sul valore e la bellezza dei piccoli borghi”. Un titolo che non credo piacerebbe alla meritoria associazione “Riabitare l’Italia” che nelle sue preziose saggine ha pubblicato “Contro i borghi”.
Su questo versante segnalo un pregiato intervento del professore Mimmo Cersosimo che nell’ultimo numero della rivista “Dialoghi mediterranei” pubblica il suo intervento conclusivo tenuto all’assemblea di Riabilitare l’Italia del maggio scorso a Roma. Nell’intenso e utile saggio che consigliamo a chi vuole capirne di più su una questione così centrale si legge : “Nelle aree marginalizzate serve innanzitutto ascolto, negoziazione per co-progettare servizi e prestazioni che siano riconquista civile e di cittadinanza per persone che sono costrette a un corpo a corpo quotidiano con un welfare asfittico, destrutturato, introvabile”. Magari lo legge anche il ministro Foti.

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La presenza di Elly Schlein e della compagna Paola Belloni a San Siro per Bruce Springsteen ha fatto scoprire ai cronisti il breve video di “The Journalai” in cui si vede la coppia anche al concerto di Brunori a Roma al Circo Massimo con la segretaria del Pd che dice alla telecamera: «Io sono brunoriana da più di dieci anni». Fedele alla linea brunoriana in questo caso. (redazione@corrierecal.it)

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