Blitz anti-ndrangheta, Occhiuto: «Calabria terra di lavoro, non di paura»
Il sottosegretario Delmastro: «Indebolire il 41-bis è un favore ai clan»

Il nuovo arresto di Giuseppe Piromalli, storico boss dell’omonima cosca di Gioia Tauro, riarrestato nell’ambito di una vasta operazione della Dda di Reggio Calabria, riapre con forza il dibattito sul regime carcerario del 41-bis e sul ruolo dello Stato nella lotta alla ‘ndrangheta.
Durissime e senza ambiguità le parole del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, che lega il nuovo blitz anti-‘ndrangheta al dibattito su eventuali revisioni del carcere duro: «Il nuovo arresto di Giuseppe Piromalli, storico boss della ‘ndrangheta, certifica una verità scomoda ma ineludibile: se non rescindiamo i legami tra il mafioso e la società all’interno del carcere, non li spezzeremo mai. Per questo ogni tentativo di indebolire il 41-bis non è altro che un assist ai clan mafiosi». Delmastro, deputato di Fratelli d’Italia, ribadisce la linea dura del governo in materia: «Fratelli d’Italia continuerà a difendere e a rafforzare un istituto che è presidio fondamentale di legalità e garanzia per lo Stato nella lotta senza quartiere a mafia, camorra e ‘ndrangheta. Nessun cedimento, nessuna ambiguità. La lotta a ogni tipo di mafia è una battaglia di civiltà che continueremo a portare avanti con tutte le nostre energie».
Anche il presidente uscente della Regione Calabria e candidato alle prossime regionali Roberto Occhiuto interviene sul tema, sottolineando la portata dell’operazione condotta dal Ros dei Carabinieri e dalla Dda di Reggio Calabria, che ha portato all’arresto di 26 persone, tra cui proprio Pino Piromalli, 80 anni, tornato in libertà nel 2021 dopo oltre vent’anni di carcere. «Ancora una volta lo Stato fa sentire con vigore la sua presenza in Calabria nella lotta alla criminalità organizzata. Oggi una brillante maxi operazione condotta dai Carabinieri del Ros e dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha portato all’arresto di 26 componenti di una delle cosche da sempre più potenti del nostro territorio e al suo vertice, il boss Pino Piromalli». Occhiuto ha evidenziato la continuità nell’azione repressiva contro la ‘ndrangheta e il lavoro congiunto delle istituzioni: «Si tratta dell’ennesimo pesante colpo inferto alla ‘ndrangheta in questi ultimi anni. Un segnale forte che conferma l’impegno quotidiano e determinato delle Istituzioni nella lotta alla criminalità organizzata e va nella direzione di rendere finalmente la nostra come una Regione moderna, efficiente e protagonista del proprio futuro». Il presidente della Regione ha poi rilanciato il valore della cultura della legalità come base per lo sviluppo: «In questi anni abbiamo scelto di lavorare fianco a fianco con le forze dell’ordine e con la magistratura, rafforzando una sinergia che ha permesso di respingere l’assalto della ‘ndrangheta e di colpire le sue ramificazioni sul territorio. E continueremo a farlo. La cultura della legalità non è uno slogan, ma la condizione necessaria per costruire una società giusta, libera e capace di dare opportunità a tutti. La Calabria merita di essere terra di lavoro, sviluppo e futuro, non di paura e sopraffazione». (redazione@corrierecal.it)
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